MANTOVA – Ne aveva già parlato il fondatore, il commendator Romano freddi, nel corso di un’intervista rilasciata alla Voce di Mantova vent’anni fa, ma quella che sembrava essere solo una ipotesi e forse una visione profetica si sta concretizzando in questi giorni: la Mantua Surgelati, azienda virgiliana leader del surgelato, e fra le massime aziende europee produttrici di pizze, è diventata oggetto di interesse di multinazionali e altri colossi del settore. È presto per trasformare quell’interesse in vere e proprie offerte, che pure già vi furono per ammissione dello stesso fondatore.
Da parte di chi? I nomi sono noti nell’ambiente. Intanto la multinazionale francese Nestlè, ossia la stessa che già aveva inoltrato le prime avances, ma senza fortuna, quando comunque Freddi aveva previsto che tutte le imprese italiane funzionanti e in utile sarebbero state oggetto di “opa” da parte dei grandi imperi dell’alimentazione. Ma non solo gli stranieri. Anche il colosso modenese Itapizza entra in scena con pari interesse; anche in tal caso si tratta di un gruppo alimentare in forte espansione, peraltro molto legato alla grande distribuzione delle cooperative emiliane.
Rispetto però alle vecchie trattative, che avevano trovato refrattario il patron della Mantua Surgelati, oggi i titolari (nella fattispecie il figlio di Romano, Franco Freddi) parrebbero essere più sensibili alle offerte. Tantopiù che negli ultimi anni i bilanci hanno dimostrato risultati più che positivi, e questo elemento farebbe innalzare non poco le quotazioni.
Unico inghippo, il vincolo quinquennale di non cedere l’industria assunto dagli eredi al momento della morte di Romano Freddi, avvenuta il 25 agosto del 1917; un vincolo che potrebbe rendersi particolarmente oneroso se infranto. Tanto almeno asseriscono fonti sindacali: le stesse peraltro che stanno guardando all’evoluzione delle trattative con non malcelata apprensione, nel timore che un passaggio di mano potrebbe rivelarsi fatale per i dipendenti a tempo determinato. Ma è presto per dirlo.