Giro di escort dal Trentino al Mantovano, gang smantellata

Mantova Due persone in manette e altre diciassette denunciate: questo il bilancio dell’operazione dei carabinieri che ha permesso di bloccare un fiorente mercato illegale della prostituzione tra l’Alto Garda trentino, la Lombardia e il Veneto. L’operazione è scattata all’alba di ieri quando i militari delle stazioni dell’Arma di Arco e Riva del Garda, su delega della Procura di Rovereto, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Rovereto nei confronti di due stranieri, in Italia senza fissa dimora, accusati di sfruttamento della prostituzione. Deferiti in stato di libertà, per lo stesso reato, anche sette altri cittadini stranieri appartenenti al medesimo gruppo. Le indagini, particolarmente complesse e articolate, hanno infatti consentito di individuare “un sodalizio composto da 9 soggetti, di età compresa tra i 26 e i 38 anni, dedito alla gestione di una fiorente attività di sfruttamento della prostituzione. L’attività investigativa ha quindi consentito di stabilire che il gruppo, con base operativa nell’Alto Garda, fin dal febbraio 2024, dopo aver reclutato all’estero 15 ragazze fra i 22 e i 31 anni, le aveva condotte in Italia, avviandole all’attività di meretricio in dieci strutture ricettive situate nelle provincie di Trento, Bergamo, Padova, Mantova, Verona e Brescia. A tal proposito è stato altresì deferito in stato di libertà, circa l’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione anche il gestore di un residence della provincia di Trento. Inoltre, sono stati deferiti anche i gestori di altre nove strutture ricettive che hanno omesso di comunicare la presenza degli utilizzatori delle delle medesime all’autorità di pubblica sicurezza. Gli appartenenti al gruppo, giornalmente, pubblicavano online vari annunci, offrendosi anche come driver per accompagnare le ragazze nelle abitazioni dei clienti che ne facevano richiesta; bastava qualche euro in più e il gioco era fatto. Gli accertamenti hanno quindi consentito di dimostrare come il giro d’affari prodotto poteva raggiungere anche i 300mila euro al mese, che venivano poi ripartiti tra i 9 appartenenti al sodalizio e subito reinvestiti all’estero in appartamenti di pregio, auto di grossa cilindrata e monili in oro. Le ragazze viceversa ricevevano abiti griffati, gioielli, cene in ristoranti di lusso e ingressi in centri estetici. «L’esecuzione delle misure e dei decreti di perquisizione – fanno sapere i carabinieri – nella quale sono stati impiegati 25 militari, ha portato al sequestro di apparati informatici e denaro provento dell’attività illecita. I due arrestati al termine delle formalità di rito, sono stati associati alle case circondariali di Trento e Padova.