Il coronavirus ha “decimato” anche le colf e le badanti

MANTOVA – Ammortizzatori sociali anche per colf e badanti che hanno perso il lavoro travolti dall’emergenza coronavirus. Lo conferma il segretario provinciale della Cgil  Daniele Soffiati, andando incontro a una categoria che nel mantovano vede quasi 5mila addette. La misura dovrebbe essere inserita nel nuovo Dpcm in arrivo a giorni. Lo aveva confermato nelle scorse settimane il ministro del lavoro in persona, Nunzia Catalfo, alle parti sindacali. La misure in arrivo dovrebbe prevedere un sussidio tra i 200 e i 400 euro per colf, badanti, baby sitter, assistenti familiari che siano stati sospesi dal servizio a causa del covid.
In provincia di Mantova, nel 2018, le persone occupate come colf e badanti erano 4.876 e rispetto al 2009 si è registrato un calo del 30%. Gli unici a crescere sono i lavoratori italiani impiegati in questo settore, aumentati del 27%, ossia passati da 945 a 1208 (+ 263 unità); all’interno di questo numero si conferma la prevalenza (quasi il 92% contro un 8% abbondante degli uomini) delle lavoratrici aumentate, ovviamente, più o meno della stessa percentuale (+27%) passando da 873 (su 945) a 1109 (su 1208) (+ 236 unità).
I lavoratori stranieri impiegati come colf e badanti in provincia di Mantova, in dieci anni, invece, sono diminuiti del 40% circa passando da 6.022 (su 6974 totali) a 3668 (su 4876 totali) (-2354) passando da una rappresentanza dell’86% sul totale complessivo (italiani+stranieri) a una del 75%; all’interno di questo dato le lavoratrici straniere sono diminuite del 20% circa passando da 3804 a 3067 (-737 unità).

«La mancata copertura degli ammortizzatori per le colf e badanti – dichiara Roberta Franzini, segretaria provinciale di Filcams Cgil Mantova – rappresenta un caso sociale. Abbiamo ricevuto molte segnalazioni di lavoratrici che hanno perso il lavoro perché le famiglie, con l’emergenza Covid -19, per la paura di un eventuale contagio non hanno più voluto proseguire il rapporto di lavoro. In alcuni casi le badanti conviventi si sono trovate dall’oggi al domani in mezzo alla strada senza lavoro, senza soldi né alloggio. Una risposta economica a questa fascia di lavoratori è doverosa dato il ruolo sociale importante che svolgono per la gestione dei nostri anziani».