Mantova Aumentano i focolai di aviaria in Lombardia, con ben 6 focolai registrati nel territorio virgiliano, nonché 3 casi di influenza aviaria ad alta patogenicità in volatili diversi dal pollame tra Brescia, Bergamo e Mantova. Questo il quadro, circa il mese di dicembre, emerso dal monitoraggio pubblicato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. Nelle scorse settimane i rilevamenti dei casi di virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità negli uccelli selvatici in Europa sono aumentati – spiegano dall’Istituto zooprofilattico – anche se l’incremento è iniziato più tardi rispetto agli anni precedenti. Ciò è probabilmente dovuto a un ritardo nella migrazione autunnale di diverse specie di uccelli acquatici. Con l’aumento della circolazione del virus tra gli uccelli selvatici durante il periodo invernale, aumenta anche il rischio di focolai negli allevamenti avicoli”. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato un invito a istituire una rete di sorveglianza attiva per l’Hpai in tutta Europa, anche alla luce delle sette nuove varianti rilevate dall’ente insieme al Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie e al Laboratorio di riferimento dell’Unione Europea. Nel 2024, dal 1° ottobre al 20 dicembre, ci sono stati 13 focolai in Lombardia, di cui 2 a Brescia, 8 a Mantova, 2 a Cremona, uno a Lodi, 6 nel solo mese di dicembre. Il monitoraggio nei volatili diversi dal pollame evidenzia una frequenza maggiore nel Bresciano: sui 10 casi di positività rilevati da settembre in tutta la regione, 8 hanno riguardato Brescia, uno Mantova e uno Bergamo. Spostandosi infine oltre il confine lombardo si rileva come, dal 26 dicembre 2024 al 4 gennaio 2025 sono stati accertati 11 focolai tra le province di Mantova e Verona, spesso correlati dal punto di vista epidemiologico. Gli ultimi quattro focolai, accertati fra il 3 e il 4 gennaio nel Veronese, hanno interessato due allevamenti di tacchini, uno di polli e uno di ovaiole. Numeri che allarmano come sottolineato da Confagricoltura Veneto: «Siamo molto preoccupati perché i contagi avvengono per trasmissione aerea e, nonostante lo scrupolo dei servizi veterinari e l’impegno degli allevatori, potrebbero estendersi in altre zone».