Infortuni e malattie professionali, roba da donne

MANTOVA Crescono infortuni e malattie professionali, e ad infortunarsi e ammalarsi sono soprattutto le lavoratrici. Che Mantova sia per una volta sotto la media regionale in materia di infortuni non deve rallegrare più di tanto; la nostra provincia ha già dato molto. L’andamento infortunistico di questa prima parte del 2019 non è migliore di quello dell’anno precedente. Le morti sul lavoro nel perimetro lombardo sono ad oggi meno di quelle del 2018, ma le denunce di infortunio sono in crescita. Ciò che non cresce sono gli investimenti dell’ente regionale della Lombardia in materia di controllo e prevenzione degli infortuni, come denuncia Cisl Lombardia, che ieri ha diffuso un report sull’infortunistica nell’ambito di un’iniziativa sindacale di Cisl insieme a Cgil e Uil con un presidio in Regione culminato con un flash-mob per ricordare le vittime delle cosiddette morti bianche. Un tema che resta sempre di grande attualità e di massima urgenza visto che a tutto lo scorso mese di febbraio l’Inail ha rilevato 21 denunce di infortunio con esito mortale, una sola in meno dello stesso bimestre 2018. Le cose a livello regionale non sono migliorate poi tra febbraio e marzo, quando si sono verificati 12 ulteriori infortuni mortali sul lavoro. Peggio ancora vanno in Lombardia le cose per quel che riguarda le denunce di infortunio, che nel primo bimestre 2019 (19.011) sono aumentate rispetto allo stesso mese dello scorso anno del 4,4%. L’andamento infortunistico si manifesta peggiore per le donne, con un incremento sul mese bimestre 2018 del 4,9%, rispetto agli uomini, con il 4%. Su base provinciale, gli incrementi maggiori nell’andamento infortunistico si rilevano a Lecco e Pavia, rispettivamente, con il 10,5% e 10,3%; seguono Monza e Brianza, Cremona e Como. rispettivamente con il 9,2%, 7,5% e 6,4%. Sotto la media regionale (4,4%), sono solo le province di Mantova e Milano, mentre Sondrio e Lodi rilevano invece un decremento, -6.4% Lodi e -2,6% Sondrio. Ugualmente le denunce per malattia professionale nel primo bimestre 2019 sullo stesso periodo 2018 hanno un andamento crescente che riguarda perlopiù le donne. L’andamento delle denunce per genere denota, anche nel caso delle malattie professionali, un incremento percentualmente rilevante per le donne, con un +16% (da 156 a 181 denunce) a fronte di un lieve decremento per gli uomini, pari all’1,9% (da 579 a 568). Crescono maggiormente le denunce di malattia professionale della gestione “industria e servizi”, con un +3,7,1% (da 667 a 692), rispetto a un incremento generale pari al 1,9% (da 735 a 749 denunce), ma che grava tutto sulle donne, con un +21,6%, rispetto al -0,9% per gli uomini. Il sindacato sottolinea come l’azione istituzionale sia “lenta e insufficiente”. A fronte di un piano straordinario deliberato da Regione Lombardia per il triennio 2018-2020 utilizzando gli introiti delle sanzioni incassate nel 2017, pari a 8,2 milioni, per aumentare di 1000 imprese/anno il numero delle aziende controllate, con l’assunzione a tempo determinato di 45 operatori e tecnici della prevenzione, piano che è stato adottato a fronte di un forte incremento degli infortuni mortali, non si trova però traccia, osserva il sindacato, all’eventuale rafforzamento di altre figure-chiave in materia di salute e sicurezza sul lavoro, a cominciare dai medici del lavoro. Saltando infine alla questione delle malattie professionali, il sindacato rimarca la questione amianto, la cui presenza negli ambienti di vita e di lavoro resta in Lombardia una problematica di rilevante impatto sulla salute, e sulla quale, fa notare Cisl, l’ente regionale non dà per ora segnali riguardo l’intenzione di aggiornare il Pral (Piano Regionale Amianto Lombardia) del 2005. Anche a tale proposito è stato istituito il presidio di ieri in Regione davanti al Nucleo 2 di palazzo Lombardia, dalle 9,30 alle 12.