L’ipotesi delle primarie divide il centrodestra

MANTOVA Il centrodestra va all’unisono sull’idea di rinnovarsi nei metodi e nelle forme di convivenza, ma la proposta di scegliere i prossimi candidati attraverso consultazioni primarie lanciata da Cristian Pasolini, segretario cittadino della Lega, raccoglie il consenso del suo omologo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri, non quello di Alessandro Beduschi, leader storico dei Fratelli d’Italia virgiliani.
«Non è dà scartare la possibilità di selezionare il prossimo candidato sindaco del centrodestra con lo strumento delle primarie: sarebbe sicuramente una novità e una rottura col passato – spiega Baschieri –. Poche ma chiare regole condivise e “scritte sulla pietra” potrebbero sicuramente aiutare i tre partiti del centrodestra a individuare la figura più competitiva per sfidare il centrosinistra al prossimo appuntamento elettorale che sul calendario dovrebbe essere fissato per l’autunno del 2025 (se non addirittura primavera 2026). Teniamo presente – aggiunge il segretario azzurro – che siamo in presenza di un centrosinistra storicamente più radicato nel territorio rispetto al centrodestra, e che sulla carta parte con un enorme vantaggio grazie all’operato di Mattia Palazzi, sindaco in grado di far convergere nel capoluogo un numero di risorse economiche che nessuno prima di lui aveva intercettato. Pertanto, possiamo tranquillamente sdoganare le primarie: chi pensa siano uno strumento democratico inventato dalla sinistra per selezionare la propria classe dirigente si sbaglia di grosso. Lo strumento è da sempre uno dei metodi facenti parte della prassi americana per sfornare i migliori candidati politici ed evitare le divisioni interne ai partiti».
Baschieri considera altresì che i partiti nelle elezioni amministrative cedono molti consensi a favore delle liste civiche: «Nelle ultime competizioni comunali dei capoluoghi abbiamo visto le civiche superare ampiamente i numeri percentuali dei partiti, a dimostrazione che il candidato giusto diventa trainante».
E in sintesi: «Niente coercizioni o nomi calati dall’alto. Lasciare scegliere ai cittadini il candidato aspirante sindaco che sfiderà il successore di Palazzi rafforzerebbe la coalizione di centrodestra, sempre che la riforma elettorale degli enti locali non introduca il terzo mandato per gli attuali sindaci uscenti. In questo caso lo scenario si farebbe ancora più sfidante».
Quanto al “no” secco di Beduschi, che punta a scelte più politiche, Baschieri rimane perplesso: «Non ho parlato ancora con Beduschi, ma anche Giorgia Meloni non è mai stata contraria alle primarie nel centrodestra, peraltro contemplate anche nello statuto di Fratelli d’Italia che riporta testualmente nell’articolo dedicato alla partecipazione che il partito “adotta le elezioni primarie come metodo principale di individuazione delle candidature agli organi istituzionali di ogni livello”», conclude Baschieri.