MANTOVA Dopo i diciassette rinvii a giudizio del primo filone d’indagine, circa la contaminazione da agenti inquinanti del polo chimico di Mantova, e in attesa dell’inizio a breve di quello parallelo relativo all’ex Ies, l’altro giorno era altresì in programma l’udienza preliminare di un terzo stralcio giudiziario connesso agli altri due. Ma la seduta, davanti al gup Beatrice Bergamasco, ha registrato subito una prima battuta d’arresto per motivi connessi a difetti di notifica circa la convocazione in giudizio da far pervenire ai soggetti interessati, residenti nello specifico all’estero. Per questo l’iter procedurale in questo caso di specie dovrà ripartire dall’inizio con nuove notificazioni. Un’inchiesta a doppio binario durata quattro anni, quella afferente l’omessa bonifica del sito d’interesse nazionale (Sin) di Mantova, scattata a metà del 2016 con il preciso scopo di tirare le fila in via definitiva sulla falsa riga degli accertamenti già condotti a più riprese in passato relativamente alla Colori Freddi San Giorgio. All’esito di una complessa attività di verifica effettuata sul campo da Arpa Lombardia e Nucleo operativo eco logico dell’Arma dei carabinieri, sotto l’egida di Ministero dell’Ambiente e Provincia di Mantova, nel novembre 2020 si era così giunti all’individuazione di specifiche responsabilità in capo alle aziende oggi proprietarie dei terreni oggetto di analisi, vale a dire da una parte Edison (nonostante la cessione del ramo d’azienda), Versalis e Syndial (ora gruppo Eni Rewind) e dall’altra l’ex raffineria Ies, il cui procedimento parallelo è stato quindi instaurato innanzi ad altro gup con prima udienza preliminare calendarizzata per fine mese. (loren)