Per il gip può uccidere ancora. Ecco perché resta in carcere Enrico Zenatti (che respinge le accuse)

MANTOVA Resta in carcere perché la sua ricostruzione dei fatti non coincide con quella dei figli della vittima, che erano con lui nella villetta di largo Puccini a Malavicina, giovedì scorso verso le 16.30, quando Anna Turina è stata trovata agonizzante. E resta in carcere perché il giudice ritiene che ci sia il pericolo di reiterazione del reato. Enrico Zenatti, 54 anni il prossimo Natale, dunque potrebbe uccidere ancora secondo il gip Beatrice Bergamasco che l’altro ieri dopo averlo interrogato in carcere ne ha convalidato l’arresto per omicidio volontario aggravato. Il gip esclude il pericolo di fuga e anche di inquinamento delle prove, così come esclude l’aggravante della premeditazione, ma riconosce quella della modalità particolarmente violenta su una vittima menomata nella difesa personale, e forse in questo particolare vede la sua perciolosità. «Io non l’ho uccisa» ha detto al giudice Zenatti, aggiungendo che quando è arrivato nella villetta di largo Puccini vi ha trovato la moglie Mara Savoia e il cognato Paolo Savoia, e avrebbe visto quel taglio al collo della suocera. Taglio che invece i due figli della vittima non avrebbero notato se non quando sono rientrati nell’abitazione dopo essere scesi in strada per segnalare il punto esatto in cui dovevano intervenire i soccorritori del 118. In quel breve lasso di tempo in cui il genero è rimasto da solo con la suocera sarebbe avvenuto l’omicidio, secondo gli inquirenti, e il 54enne avrebbe avuto anche il tempo di nascondere oppure ripulire se non addirittura fare sparire l’arma del delitto, che gli investigatori stanno ancora cercando, così come stanno ancora cercando un movente tale da reggere un fatto di questa levatura. Tra suocera e genero ci sarebbero stati dei vecchi rancori legati a una vicenda di 16 anni fa che aveva portato Zenatti in carcere con l’accusa di duplice omicidio nei confronti di due prostitute sudamericane a Verona. Per quella vicenda il 54enne era stato condannato a 18 anni di reclusione in primo grado, ma poi assolto con formula piena in appello e Cassazione, mentre aeva scontato tre anni per una calunnia. Zenatti ha però smentito questi cattivi rapporti con la suocera. Il giorno del delitto, mezz’ora prima che scattasse l’allarme, le telecamere della zona lo aveva inquadrato mentre entrava e poi usciva dall’abitazione della 73enne. Per questa sua ultima visita ha fornito una giustificazione abbastanza plausibile al gip. Secondo il medico legale l’anziana non avrebbe potuto sopravvivere che pochi minuti con una ferita del genere. Mezz’ora dopo era agonizzante ma ancora in vita. Per gli inquirenti è tutto chiaro.