Permesso premio a Antonella Conserva. Le motivazioni del giudice di sorveglianza

MANTOVA Non sono mancate le voci polemiche riguardo alla concessione di un permesso premio ad Antonella Conserva, la donna che sta scontando in carcere a Mantova una condanna definitiva a 24 anni per la morte di Tommaso Onofri, il bimbo rapito e ucciso a soli 18 mesi nel 2006 dal convivente della donna, Mario Alessi, condannato all’ergastolo, con la complicità anche di Salvatore Raimondi, condannato a 20 anni di reclusione. Un caso, quello del piccolo Tommy che aveva scosso profondamente l’opinione pubblica a livello nazionale. La donna fino ad ora aveva usufruito solo di tre permessi di 12 ore ciascuno tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020, e all’epoca la madre del bimbo rapito e ucciso aveva commentato: «bisogna rivedere le norme. Mi sento presa in giro». Questa volta non è arrivato alcun commento da parte della donna, mentre sui social la discussione si è fatta a dir poco incandescente. Il permesso premio ad Antonella Conserva, riportava ieri nun lancio dell’agenzia Ansa al riguardo, è la conseguenza di una decisione della Corte Costituzionale. Sono state ritenute illegittime delle norme che, altrimenti, le avrebbero impedito di usufruire del beneficio, dopo oltre 13 anni di detenzione. È stata ritenuta incostituzionale la legge che non consente di concedere permessi prima di aver scontato due terzi della pena, per il reato per cui è stata condannata. Il giudice aveva già sottolineato il percorso della donna che, pur continuando a negare di aver partecipato all’ideazione del rapimento, si è mostrata “assolutamente consapevole della gravità del reato” e manifestato “profondo dolore nei confronti della vittima e dei familiari”. Nel recepire la sentenza della Consulta, il giudice di Sorveglianza ha nuovamente evidenziato che Conserva “ovviamente lontanissima da contesti criminali e degradanti, è animata da profondi sensi di colpa“, soprattutto per il legame con il convivente Mario Alessi, condannato all’ergastolo per l’omicidio, “dal quale ha subito preso le distanze”. Inoltre, riporta ancora Ansa, Conserva vive un “profondo autentico dolore per la sorte della piccola vittima e della sua famiglia, identificandosi con loro anche grazie al proprio ruolo di madre che non ha mai dismesso”.