Maltrattamenti: stangato dai giudici

MANTOVA Era accusato di maltrattamenti nei confronti dell’ex moglie, che secondo l’accusa avrebbe tenuta segregata in casa insieme ai figli piccoli, testimoni di queste violenze domestiche. Ieri M.T., un 55enne marocchino, si è difeso davanti ai giudici del collegio del tribunale di Mantova respingendo le accuse e giustificandole come una sorta di piano ordito dalla sua ex per liberarsi di lui e rifarsi una vita. La donna, una 40enne marocchina, la vita se la sta rifacendo in una casa protetta dalle parti di Milano, dove è finita insieme ai figli. Il suo ex marito, invece, ha prospettive diverse dopo la condanna che ha incassato ieri: cinque anni di reclusione più la revoca di una precedente condanna a un anno e 10 mesi di reclusione sempre per maltrattamenti ma in quel caso nei confronti della sua prima moglie, rimediata nel 2015 dalla Corte d’Appello di Brescia. A questo va poi aggiunto un risarcimento di 16mila euro di cui 5mila come provvisionale immediata alla ex moglie che si è costituita parte civile con l’avvocato Eleonora Crialesi, più le spese processuali. I fatti in questione sarebbero avvenuti nel Viadanese in un lasso di tempo che va dal 2016 al giugno 2019. L’imputato, che ieri si è sottoposto a esame, e che a tratti è stato praticamente incontenibile, ha cercato di smontare l’impianto accusatorio dicendo che la sua seconda moglie, madre di due figli nati nel 2012 e 2015, non era per nulla contenta di vivere isolata nelle campagne di Viadana e che non l’ha mai picchiata né offesa. L’ex moglie avrebbe quindi inventato le accuse per liberarsi del marito e andarsene a vivere dai fratelli a Milano. Prima però sarebbe finita in ospedale insieme ai due figlioletti con evidenti segni di percosse. La stessa avrebbe anche avuto un aborto spontaneo al sesto mese di gravidanza. Quale che giorno prima era stata percossa dal marito. Non risulta comunque una correlazione tra i due episodi.