Primo week end in giallo, gran pienone in centro

MANTOVA

Dopo un primo maggio piovoso e non proprio mite, la prima domenica in zona gialla ha visto un vero e proprio pienone di turisti e visitatori, provenienti dalla provincia ma anche da altre regioni d’Italia anch’esse gialle. Le strade del centro cittadino pullulano di gente: numerosi clienti si gustano il loro caffè, non più preso al volo fuori dai bar, ma finalmente seduti ai tavolini, godendosi le chiacchiere rilassate di un tempo che sembrava non arrivare mai. Alle gelaterie si fa la fila per prendere un cono e sorbirselo pian piano, mentre si guarda a qualcosa da acquistare nelle vetrine dei negozi, quasi tutti aperti. I ristoranti espongono all’esterno menù invitanti, soprattutto con piatti della cucina locale, talvolta su lavagne così grandi che sarebbe impossibile passarci davanti senza considerarne il contenuto. Insomma, si respira un’aria di relax, di distensione, di ritorno alle vecchie care abitudini dello struscio cittadino nei giorni di festa.

«Non siamo più abituati a sentir parlare dialetti diversi dal nostro» commenta una signora di Mantova, riferendosi alla parlata modenese dei turisti ai quali ha appena indicato la via per il lungolago. «Certo, se anche ieri (sabato) ci fosse stata una bella giornata come oggi, avremmo visto lo stesso spettacolo di turisti in gita» conclude la signora affrettandosi a riprendere il suo jogging domenicale.

Per le vie del centro troviamo anche molta gente dei paesi limitrofi: Asola, Castelbelforte, Castellucchio, Suzzara. In gita di piacere o in visita a parenti e amici? La parlata non è quella del centro ma è più quella della bassa. Infatti… «Noi veniamo da Gonzaga; abbiamo approfittato del bel tempo e siamo venuti a goderci la città, valutando anche la possibilità di rimanere a cena, sempre rispettando il coprifuoco, beninteso» interviene subito la moglie di questa simpatica coppia di turisti nostrani. «A dire il vero, a me pare ci sia persino troppa confusione nella zona del centro storico» riflette il marito un po’ preoccupato. «Se non sa di “Liberi tutti” questa calca di gente, cos’è seno’?» aggiunge saggiamente questo signore. Al che, un’amica della coppia, anche lei in città per fare shopping e per un momento di svago dopo il periodo di clausura forzata irrompe spazientita: «Ma insomma, non se ne poteva più delle restrizioni che ci hanno imposto. Finalmente si può tornare un po’ a vivere e a fare le cose di sempre, non foss’altro che per far girare l’economia!».

Il gruppetto di amici se ne va e si perde in mezzo alla gente che effettivamente è così tanta che chi è in bici, deve portarla a mano, altrimenti non riesce a circolare. Ci chiediamo, allora, come un colore – con tutto quello che il giallo per noi lombardi ormai significa – possa mutare la condizione, anche e soprattutto psicologica, delle persone.

Il passeggio nelle vie del centro storico è accompagnato anche dalla musica di sottofondo prodotta da qualche artista di strada, canzoni in parte conosciute in parte no, ma non ha importanza; i turisti si fermano lo stesso ad ascoltare le melodie, talvolta richieste dagli stessi astanti, mentre sbocconcellano uno snack dei bar o delle fornerie vicine, sempre con un buon bicchiere di vino in mano.

In via Verdi, una coppia di turisti veronesi con un bellissimo esemplare di pastore del bernese cucciolo, e con un trolley ciascuno, si stanno portando verso un Bed and Breakfast del centro, a riprova che anche il turismo di prossimità ha ripreso. «Siamo innamorati di Mantova e anche se veniamo da un’altra bellissima città che è Verona, riteniamo Mantova una bomboniera e stiamo apprezzando anche le recenti modifiche all’arredo urbano che sono intervenute per renderla un salotto sempre più godibile» commentano i due veronesi. «Non avendo figli, da sempre siamo stati abituati a girare durante i fine settimana. Si può ben immaginare cosa ha significato per gente come noi, non poter più muoversi se non all’interno del proprio spazio cittadino. Non faccio mistero sul fatto che non aspettavamo altro che ci riaprissero, e che ci fosse consentito, dopo tanti mesi di lockdown, di riprendere in mano la nostra vita. Abbiamo scelto dunque una meta vicina per riannodare le fila del nostro girovagare curioso durante i weekend».

Davanti a S. Andrea un giovane è intento a fotografare la Casa del Mercante; i bambini si affollano festosi sulla gradinata della Rotonda di San Lorenzo mentre il Mercato contadino, con il giallo vivace dei banchi, offre prodotti locali per solleticare il gusto culinario; il fiume di persone, che ora si auspica possa verificarsi sempre più spesso, scorre lento verso le piazze.

La città è finalmente tornata a vivere; la normalità sembra essere tornata a far parte delle nostre vite e si respira chiara la voglia di buttarsi tutto alle spalle, vedendo un segnale di speranza soprattutto nell’accelerazione della campagna vaccinale.

Barbara Barison