Terreni, case e negozi: dalla mafia alle attività sociali del terzo settore

MANTOVA – In numeri: 172 terreni (11%), 137 unità immobiliari a destinazione commerciale e industriale (9%), 18 altre unità immobiliari (1%) e 4 unità immobiliari per alloggio e usi collettivi. Nell’insieme rappresentano il 79% dei beni immobili confiscati alla malavita organizzata e destinati a essere ripartiti fra tutte le province della Lombardia riguarda unità immobiliari per uso di abitazione e pertinenziale. Numeri che vanno ad aggiungersi a quelli già consistenti, ora in capo all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni confiscati alla criminalità (Anbsc) o a tribunali, e ora a enti locali o al demanio.
La valorizzazione e destinazione dei beni confiscati rispondono soprattutto a due finalità: quella sociale e quella istituzionale. Tali beni infatti possono essere acquisiti al patrimonio dello Stato per ospitare funzioni istituzionali o trasferiti al patrimonio degli enti territoriali per finalità istituzionali o scopi sociali. Quest’ultima finalità prevale nella misura del 59%.

Proprio ieri la commissione affari istituzionali della Regione ha approvato la proposta di piano strategico che attiva nuovi strumenti normativi per contrastare la criminalità organizzata rendendo più veloci le procedure di affidamento dei beni confiscati e promuovendo progetti educativi e campagne informative.
Anche l’elenco regionale degli enti del Terzo settore operanti nell’ambito dell’educazione alla legalità e del contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa rappresenterà una garanzia per enti locali, istituzioni e scuole che intendono promuovere progetti educativi o campagne informative e di sensibilizzazione, come argomenta il consigliere del Pirellone Paola Bulbarelli (Fratelli d’Italia). «Uno degli elementi più importanti del Piano strategico per i beni confiscati è la creazione di una task force multidisciplinare che valorizza e mette a sistema il prezioso lavoro di networking che la Regione Lombardia ha svolto in questi ultimi anni», sottolinea Bulbarelli.
La task force raccorda i diversi ambiti istituzionali e ha il compito di governare gli interventi in materia di beni confiscati e di tenere monitorati i possibili canali di finanziamento per il ripristino dei beni, puntando anche sulle risorse disponibili nei programmi europei, nonché di impostare il lavoro di networking a livello nazionale ed europeo. Inoltre tale struttura sarà integrata dai rappresentanti dell’Anci Lombardia e dall’Anbsc.
«Competenza, legalità e trasparenza – conclude Bulbarelli – sono i cardini per la lotta al crimine organizzato. Un altro passo avanti è stato fatto con la conclusione dell’istruttoria consiliare inerente il Piano strategico e l’istituzione dell’elenco degli enti del terzo settore attivi nell’educazione alla legalità e del contrasto alla criminalità organizzata».