Traffico di droga: banda di pusher a processo, tra loro un 39enne arrestato nel Mantovano

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MANTOVA – Al via il processo per l’inchiesta “Boxes”, la cui indagine era stata chiusa lo scorso maggio dai carabinieri della compagnia di Legnano. Le indagini, iniziate a settembre del 2018, avevano portato a bloccare un sodalizio criminale che operava sull’asse Novara-Turbigo-Legnano, per un traffico di oltre 50 chilogrammi di cocaina che venivano immessi nel mercato dello spaccio del Nord Milanese e nelle province di Varese, Mantova e Reggio Emilia. L’altro giorno, davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Busto Arsizio si è aperto il processo a carico delle 15 persone arrestate. Nei confronti di cinque imputati, tutti con ruoli marginali, il gup ha concesso il patteggiamento mentre per i vertici della banda i difensori hanno invece chiesto di avvalersi del rito abbreviato. Fra loro il 38enne, detto il “Mulo”, il padre 59enne, detto “Netturbino” e la madre 58enne, la cosiddetta vedetta della banda. Ma alla sbarra sono finiti anche il 33enne soprannominato “Kojak”, la moglie 29enne albanese che lavorava come addetta nel negozio di abbigliamento del marito nel pieno centro di Legnano e il padre di lui il 57enne sardo detto “d’Artagnan” per via dello strano pizzetto che portava sul volto. Insieme a loro R.S. 68enne legnanese, detto “il Padrino”, M.S. 47enne legnanese, detto il “Mongolese”. Della banda facevano parte inoltre anche altri spacciatori come un 46enne di Gorla Maggiore, detto “Professore”, già arrestato nell’ottobre 2018 e trovato in possesso di 1 chilogrammo di cocaina e 60mila euro in contanti. Un 28enne albanese di Legnano e infine E.S., 39enne marocchino fino al 2019 residente a Poggio Rusco poi trasferitosi a Modena e arrestato nel corso di quell’operazione proprio nel paese del Destra Secchia. La mattina degli arresti i militari di Gonzaga, nell’eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del nordafricano avevano rinvenuto durante la perquisizione circa 150 grammi di cocaina e 17mila euro, poi sequestrati, arrestandolo quindi altresì per la detenzione ai fini di spaccio di questa ulteriore quantità di sostanza.

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