Monteverdi, ma Giulio Cesare: quando il fratello di Claudio era organista per la cattedrale

MANTOVA – Il 31 dicembre 1573, esattamente 450 anni fa, veniva battezzato a Cremona Giulio Cesare Monteverdi, fratello minore del divino Claudio. Una figura interessante, ben tratteggiata da Rodobaldo Tibaldi, certamente rimasta nell’ombra del più famoso Claudio Giovanni Antonio, devota all’organo e che deve, proprio alla Mantova dei Gonzaga fama, onori e l’inizio della sua carriera. Ben poco, infatti, si conosce circa la sua istruzione musicale, se non che si dedicò allo studio dell’organo. Il suo primo incarico professionale noto fu di organista nella cattedrale di Mantova. Rimase però in carica per soli cinque mesi, dall’aprile al settembre 1600, dopodiché ritornò a Cremona. Ma forse già a partire dall’agosto del 1602 entrò al servizio dei Gonzaga insieme ad altri musicisti, venendo assunto definitivamente a partire dal 1604 per la cifra di 7 scudi mensili. Per quanto non siano conosciuti precisamente i suoi compiti, è ragionevole credere che venisse impiegato come suonatore di strumenti a tastiera e, all’occorrenza, come compositore. In questo periodo compose una canzonetta contenuta nei Nuovi fioretti musicali di Amante Franzoni (1605) e altre due, su versi di Ansaldo Cebà, negli Scherzi musicali (1607) del fratello Claudio; per questa raccolta, di cui curò la pubblicazione, stilò la celebre Dichiaratione, fondamentale documento della cosiddetta «seconda pratica»: in essa, glossando partitamente la breve postilla che Claudio aveva pubblicato nel suo Quinto libro di madrigali a 5 voci (1605), difese puntualmente il fratello contro gli attacchi di Giovanni Maria Artusi. Come compositore di corte fu incaricato di scrivere le musiche per il quarto intermedio (testo di Gabriello Chiabrera) eseguito durante l’Idropica di Battista Guarini, commedia rappresentata nel 1608 per le nozze di Francesco IV (musica perduta). Quando quest’ultimo divenne governatore del Monferrato nel 1609, Giulio Cesare venne nominato suo maestro di cappella, preferito a Galeazzo Sirena anche per il giudizio datone da Claudio in una lettera scritta da Cremona ad Alessandro Striggio. Nella sua nuova veste compose le musiche per Il rapimento di Proserpina su testo di Ercole Marliani (o Marigliani), rappresentato nel 1611 in Casale Monferrato con la partecipazione di famosi cantanti in servizio alla corte mantovana (Adriana Basile, Virginia Ramponi Andreini e Francesco Rasi; la musica è perduta). Ma quando nel 1612 Francesco IV divenne duca di Mantova, in breve licenziò i fratelli Monteverdi. Secondo alcuni studiosi, Giulio Cesare fino al 1615 poté essere a servizio presso i Gonzaga di Vescovato, con i quali fu sicuramente in rapporti, visti i riferimenti che compaiono sul frontespizio e nelle dediche di alcuni suoi lavori. Al di fuori dell’orbita mantovana e gonzaghesca, dal 1615 venne assunto come organista a Castelleone, giungendo nel 1622 a Salò. Probabilmente morì nel 1630 a causa della peste.