Silenzio si suona: in Ducale le riprese con Sir John Eliot Gardiner

MANTOVA Tutti pronti e silenti per le riprese di un concerto speciale: sabato sera, infatti, nella sala degli Specchi Sir John Eliot Gardiner ha condotto il  suo coro e la sua orchestra – gli stessi che si sono esibiti a Westminster durante l’incoronazione di Carlo III – per la registrazione di “Jewels from Monteverdi”, condotto per la casa di produzione francese Ozango. Questo nei luoghi ove (qui ci sta tale scrittura aulica) gli splendidi madrigali creati dal compositore venivano periodicamente eseguiti nelle sale della reggia. Atmosfera emozionante. E nel contempo soffocante, per esigenze tecniche di riprese, con tutte le finestre chiuse. Sublime la qualità del lavoro tecnico, degli artisti, della suggestiva cornice in tutta la sua completezza. Si è potuto assistere, ad esempio, all’esecuzione di un brano da il “Lamento di Adriana” il cui lavoro complessivo si è perduto nel tempo. E poi “Il ballo delle ingrate”, che venne rappresentato per la prima volta a Mantova nel 1608 all’interno delle feste per le nozze di Francesco Gonzaga (figlio del protettore di Monteverdi Vincenzo duca di Mantova) e Margherita di Savoia. Un motivo nel quale tutto finisce in cenere, simbolo di sottomissione e umiltà per aver vissuto il sentimento amoroso in maniera sconsiderata (ossia per non aver sufficientemente valutato lo stesso).
Chissà che effetto farebbe oggi una simile proposta. Forse il medesimo dell’epoca monteverdiana, poiché certuni aspetti  sociali o personali non mutano nei secoli.
Mi stupisce sempre quanto composizioni così lontane nel tempo e nei gusti da quelle odierne per me risultino immediatamente sublimi e semplici all’ascolto, pur non avendo l’approccio assai più immediato di una melodia (per esempio) mozartiana. Forse perché il bello resta tale per sempre e così viene percepito.
Note di costume: la serata precisava un dress code da sera. Che non richiede grandi sforzi, se non un vestito elegante per signora e l’abito scuro per il signore. A Mantova ciò è tradotto nell’espressione “di tutto un po’” (o in un’altra dialettale che non saprei scrivere correttamente), poiché le mise erano veramente di varie fogge: dalla camicia a quadrettoni al prendisole in denim. Va bene lo stesso. Sir Gardiner non ha fatto un plissé. Poi c’è tutto il resto: il verso delle rondini, che fanno del Palazzo uno dei loro siti preferiti, una serata incantevole nel cortile d’onore, un cenno di brezza, il Ducale tutto da ammirare. A posto così.