Vigili del fuoco sotto organico di 20 unità, scatta la protesta

MANTOVA Una carenza organica complessiva di una ventina di unità operative da distribuirsi sui quattro turni giornalieri previsti. È quanto lamentano le organizzazioni sindacali dei vigili del fuoco di Mantova – Cgil VvF, Fns Cisl VvF e Uilpa VvF – circa le criticità affrontate nel corso del 2023 per riuscire a mantenere il soccorso tecnico urgente alla popolazione stante la perdurante carenza di personale operativo in tutte e quattro le sedi del comando provinciale virgiliano.
Su un organico attuale di circa 160-170 unità (escludendo i funzionari e gli amministrativi), infatti, dislocate tra la sede centrale di viale Risorgimento e i distaccamenti di Suzzara, Viadana e Castiglione delle Stiviere, la pianta organica minima, per assicurare un servizio in termini non emergenziali, dovrebbe quindi attestarsi sulle 180-190 unità, in sostanza 5 (una squadra) per ogni turno. A spiegarlo, attraverso una nota inoltrata sia al direttore regionale dei vigili del fuoco della Lombardia che al comandante provinciale dei vigili del fuoco di Mantova, le segreterie provinciali dei sindacati di categoria.
«Nel corso del 2023, sono stati oltre un milione gli interventi effettuati sul territorio nazionale dal personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Oltre 120.000 quelli svolti in Lombardia e poco meno di 5.000 sul territorio mantovano. Circa 700 sono le carenze sul territorio lombardo del personale operativo di varia qualifica e poco meno di 20 le unità operative del personale di Mantova, alle quali vanno sommate le carenze del personale assegnato a Mantova ma trasferito in altri comandi a seguito del riconoscimento di benefici di legge, e del personale che non può essere impiegato pienamente nei ruoli operativi. Tali carenze unitamente a scelte assolutamente discutibili del locale dirigente, hanno inciso fortemente sul mantenimento della piena operatività delle sedi del comando«. Nel dettaglio «in diverse occasioni – la sede distaccata di Viadana, si è trovata sotto organico senza dimenticare la chiusura ovvero la totale impossibilità di garantire soccorso alla popolazione, avvenuta nel mese di agosto. Non va altresì sottaciuta la riduzione delle squadre operative della sede centrale del comando provinciale. Tutto questo nonostante le organizzazioni sindacali di questo comando, avessero concordato nel 2018, con i precedenti dirigenti locali, la necessità di garantire sempre, viste anche le importanti distanze tra sedi e con l’obiettivo unico di garantire sempre una celere risposta alle esigenze della popolazione, nonché la sicurezza degli operatori, la piena operatività. Ovvero per le sedi distaccate non meno di 5 unità operative al fine di garantire l’espletamento della totalità delle richieste di intervento e per la sede centrale non meno di 12 unità per garantire anche i mezzi di supporto in tutta la provincia.
Quanto sopra, si sarebbe potuto garantire, una volta terminate le risorse per il richiamo in straordinario del personale provenienti dal dipartimento centrale, non solo cancellando le ferie al personale o modificando i salti programmati dello stesso, ma applicando l’art 79 del Dpr 64 del 2012 “Regolamento di Servizio” garantendo in questo modo, il rispetto dell’accordo del 2018. Accordo che probabilmente per l’attuale dirigente non ha valore, sminuendo in questo modo anche il ruolo sindacale».

Una situazione non più accettabile per i rappresentanti sindacali i quali promettono da ora «ogni iniziativa di protesta volta a garantire la piena sicurezza ai cittadini e quella degli operatori ove dovessero nuovamente verificarsi situazioni come quelle del 2023». (loren)