Torna la Piccola Parigi nel segno della ripartenza

QUISTELLO La Piccola Parigi, dopo un anno di sospensione dovuto all’emergenza sanitaria, è tornata in presenza, rafforzando il ruolo come vetrina di differenti forme espressive e contenitore di messaggi sociali.
Tra i tanti artisti presenti, circa 150, peculiare la scultura posta davanti alla chiesa del paese, firmata Francesco De Molfetta, abituato a proporre personaggi letterari e cinematografici in versione odierna e ironica, con sfumature ciniche. Come nel caso di Biancaneve, intenta a scattarsi un selfie, indispensabile per essere qualcuno al giorno d’oggi sui social, principessa risucchiata dalla realtà virtuale.
Il lavoro temporaneo di Peter Hide sul palazzo accanto alla chiesa di Quistello è realizzato in modo da durare al massimo sei mesi, composto da dollari che vanno a formare una sorta di cartellone pubblicitario, simbolo di conflitto e attrazione nei confronti del denaro, con tanti cuoricini che rappresentano l’amore inconsapevole per i soldi, in contrapposizione con l’odio esplicito.
La lunga e dinamica opera elettrica di Leonardo Gambini, dalle forme essenziali, si dipana sul muretto che da parco Marchesi arriva alla canonica. Michele Droghini, in arte Geos, mescola le sue conoscenze artistiche di writer e interior designer, colorando una cabina elettrica con le tonalità che rappresentano Quistello, adattate al suo stile onirico e ispirato a creature infantili.
Delle dieci panchine nella zona nuova del paese, cinque sono state ripulite e dipinte, a rappresentare vari animali in via di estinzione. Il progetto, diretto da Chiara Reggiani, è stato accolto con entusiasmo dai cittadini, che hanno seguito da vicino l’evoluzione dell’iniziativa, probabilmente il prossimo anno allargata anche alle panchine restanti.
Grazia Badari ha portato la mostra da lei ideata I Love My Mask, interpretazione creativa della contingenza che ci obbliga ad utilizzare mascherine, attraverso le opere di un collettivo di artisti. E’ tornato alla Piccola Parigi Radames Mattioli, con cinque suoi alunni, offrendo percorsi narrativi raccontati tramite le sculture di legno. Poi svetta la grande vela dipinta di Gaia Malpedo, non mancano madonnari e dipinti che vanno a rendere opere d’arte auto da rottamare, sventolano i drappi appesi ai balconi, con motivi floreali e pop art dell’artista spagnolo Felipe Cardeña e del suo gruppo, messaggi positivi di serenità. Jhafis Quintero e Johanna Barilier offrono con la loro performance video una visione alternativa a quella della vita di coppia e sociale perfetta e impostata, interpretando l’amore come essenza da declinare in diversi modi.
E oltre all’arte figurativa c’è anche la musica, quella di Emiliano Paterlini, Valentina Barbieri, del pianista Matteo Cavicchini con Raffaele Spina.
Spazio anche per la storia di Quistello, con i suoi personaggi e le sue attività, raccolti nel libro “Quistello nel Cuore”, illustrato da Caterina Borghi, anche ideatrice della manifestazione, con brevi scritti di Ilaria Perfetti. Un modo non solo per ricordare il paese di un tempo, ma soprattutto un auspicio affinché il centro torni ad essere pieno di vita, come negli anni passati. Che è poi una delle motivazioni fondanti della Piccola Parigi, nelle intenzioni di Borghi, del sindaco Luca Malavasi e dell’amministrazione, che da sempre supporta tale rassegna, nata dopo il terremoto del 2012 proprio per animare Quistello grazie al potere e alla bellezza dell’arte.