MILANO (ITALPRESS) – Amazon annuncia oggi che nel 2021 ha investito oltre 4 miliardi di euro in Italia, raggiungendo un totale di 12,6 miliardi di euro di investimenti nel Paese dall’apertura di Amazon.it nel 2010. Questi investimenti evidenziano l’impegno di Amazon a sviluppare il ‘Piano Italià anche in uno sfidante scenario macroeconomico con maggiori costi operativi, energetici e di diversa natura lungo tutta la catena del valore.
Nel 2021 la forza lavoro di Amazon è salita a 14.000 persone e l’azienda ha già creato 3.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato nel 2022 per un totale di oltre 17.000 dipendenti a tempo indeterminato in Italia. Attraverso gli investimenti nella rete logistica e nella forza lavoro, Amazon intende anche continuare a sostenere le oltre 20.000 piccole e medie imprese che vendono su Amazon, comprese le 4.500 PMI che utilizzano la vetrina del Made in Italy per esportare i loro prodotti.
Nel 2021 Amazon ha aperto diverse nuove sedi. Attualmente ha più di 60 strutture in tutta Italia, sia logistiche che corporate.
L’impatto economico di Amazon non va solo a beneficio delle grandi aree urbane, ma anche delle città più piccole in diverse regioni con limitate opportunità di lavoro.
Inoltre, per sostenere la trasformazione digitale e la ripresa dell’economia italiana, Amazon Web Services (AWS) ha aperto nel 2020 in Lombardia la Regione AWS Europe (Milano), consentendo alle PMI italiane, alle start-up, alle grandi imprese o agli enti governativi di gestire le proprie attività, archiviare i dati in Italia e servire gli utenti finali con una latenza ancora più bassa. AWS investirà 2 miliardi di euro entro il 2029 con la Regione AWS Europe (Milano), che a sua volta contribuirà al PIL italiano per 3,7 miliardi di euro entro il 2029.
Secondo un nuovo studio di The European House – Ambrosetti, che analizza le grandi aziende in Italia, Amazon è tra le prime cinque aziende private straniere che hanno investito di più in termini di spesa in conto capitale in Italia nel periodo 2019-2021.
‘Anche noi, come molte altre aziende, siamo impattati dalle attuali sfide macroeconomiche che comportano un aumento dei costi operativi ed energetici – dice Mariangela Marseglia, VP Country Manager Amazon.it e Amazon.es -. Il nostro approccio di lungo periodo si traduce nell’impegno a supportare i nostri dipendenti, offrire ai nostri clienti la più ampia selezione mantenendo i prezzi bassi in un contesto di alta inflazione, e a contribuire alle priorità del Paese: occupazione, digitalizzazione, sostenibilità, competenze. L’Italia è una fucina di talenti e di opportunità e siamo lieti di svolgere un ruolo di promozione e di sostegno alla crescita, ancora più importante in uno scenario di incertezzà.
La forza lavoro di Amazon in Italia è cresciuta fino a raggiungere più di 14.000 persone alla fine del 2021. Grazie ai 3.000 nuovi ruoli a tempo indeterminato creati nel 2022, Amazon conta oggi un organico totale di 17.000 dipendenti a tempo indeterminato.
Secondo lo studio di The European House – Ambrosetti, Amazon mantiene la prima posizione tra le aziende private che hanno creato più posti di lavoro nel Paese nel periodo 2012-2021. Alla fine del 2021 Amazon si è posizionata al 5° posto in termini di occupazione totale tra le aziende straniere che operano in Italia e al 27° posto tra tutte le aziende.
Nel 2021, Amazon ha pagato in media 35,8 milioni di euro al mese in retribuzioni ai dipendenti italiani. Un aumento sostanziale rispetto ai 24,5 milioni di euro al mese del 2020, dovuto principalmente alla crescita del numero dei dipendenti impegnati a supportare i clienti durante la pandemia.
A partire da ottobre, Amazon ha aumentato gli stipendi di ingresso per tutti i dipendenti dei magazzini, portando i salari a 1.713 euro lordi mensili. Si tratta di un aumento del 19% rispetto a quelli pagati nel 2018 e dell’8% rispetto al 5° livello del CCNL Trasporti e Logistica, a cui si aggiungono gli extra, ad esempio gli sconti per gli acquisti su Amazon.it, l’assicurazione sanitaria e l’assistenza medica privata, che rappresentano un grande balzo in avanti rispetto alla maggior parte dei lavori di primo impiego.
Nel 2021 e nel 2022, Amazon ha ricevuto in Italia la certificazione Top Employer come riconoscimento del suo ambiente di lavoro attento alla diversità e inclusivo, delle opportunità di sviluppo professionale e dei programmi di formazione che vengono offerti ai dipendenti.
Secondo un recente studio di Keystone Strategy, grazie agli effetti indiretti degli investimenti nel 2021 sono stati creati più di 48.000 nuovi posti di lavoro, ad esempio nel settore delle costruzioni, della logistica e dei servizi. Il totale dei posti di lavoro indiretti ha raggiunto la cifra record di 108.000 includendo i 60.000 posti di lavoro creati dalle piccole e medie imprese italiane che utilizzano i servizi di Amazon per far crescere il proprio business e per esportare i prodotti italiani nel mondo.
Oltre agli investimenti per creare nuovi posti di lavoro, Amazon investe anche in strumenti di supporto per un gran numero di imprese in tutto il Paese che utilizzano la tecnologia e i servizi forniti dall’azienda per far crescere il proprio business. Nel 2021, le piccole e medie imprese (PMI) italiane che vendevano sugli store di Amazon erano più di 20.000 (dalle 18.000 del 2020). Circa la metà di queste ha esportato i propri prodotti in tutto il mondo, raggiungendo oltre 800 milioni di euro di vendite internazionali.
Per rafforzare ulteriormente l’impegno di Amazon a favore delle PMI italiane, lo scorso maggio è stato annunciato l’obiettivo di Amazon di aiutare le PMI che vendono sul suo store a raggiungere 1,2 miliardi di euro di vendite annuali all’estero – raddoppiando quasi il valore delle esportazioni del 2020. Si tratta di un’azione che contribuirà agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), offrendo al contempo una più ampia disponibilità di prodotti italiani ai clienti di tutto il mondo.
Attraverso Accelera con Amazon – programma di formazione gratuito progettato con la collaborazione di ICE, MIP Politecnico di Milano, Netcomm, per accelerare la crescita e la digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane – più di 11.000 PMI e imprenditori italiani hanno ridotto il loro gap digitale nel 2021. Amazon si impegna a formare altre 20.000 PMI e start-up italiane entro la fine di quest’anno, fornendo loro le competenze necessarie per vendere a livello globale e gettare solide basi per un successo duraturo, sia con Amazon, o in autonomia, o attraverso altri servizi online. Inoltre Amazon ha siglato accordi con le Regioni Liguria, Sicilia, Marche, Abruzzo, Umbria per portare il proprio supporto alle imprese del territorio e la collaborazione con le Regioni è fondamentale per raggiungere questo obiettivo.
La vetrina Amazon Made in Italy è un ulteriore strumento, sostenuto da ICE, a disposizione delle piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon, finalizzato a promuovere i loro prodotti in Europa, Stati Uniti, Giappone, AEU, Olanda, Polonia e Svezia.
Oggi oltre 4.500 artigiani e PMI beneficiano della Vetrina Made in Italy di Amazon, proponendo oltre 1 milione di prodotti ai clienti di Amazon.
Amazon è anche impegnata a sostenere le comunità in cui i suoi dipendenti vivono e lavorano. Lo ha fatto collaborando con oltre 100 ONG e università italiane, che l’azienda ha sostenuto con oltre 5,7 milioni di euro nel 2021, oltre a 5,9 milioni di euro in crediti virtuali forniti dal programma ‘Un click per la Scuolà a più di 28.000 scuole primarie e secondarie italiane dal 2019.
Amazon ha deciso di utilizzare le proprie dimensioni per fare la differenza per il pianeta. L’azienda è la prima firmataria del Climate Pledge, cofondato con Global Optimism nel 2019. Si tratta di un impegno a raggiungere le zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, 10 anni prima rispetto all’obiettivo stabilito dall’Accordo di Parigi. Amazon sta lavorando per raggiungere questo obiettivo intraprendendo azioni immediate per decarbonizzare le proprie attività, che si tratti di utilizzo di energia, trasporti o imballaggi.
Amazon sta investendo in energia eolica e solare per raggiungere il 100% di energia rinnovabile nelle sue attività globali entro il 2025. Secondo il rapporto di sostenibilità di Amazon del 2021, l’azienda ha raggiunto l’85% di energia rinnovabile in tutte le operazioni globali. E i progressi nel decarbonizzare le operazioni si riflettono nella carbon intensity, che è diminuita dell’1,9%.
In Italia, Amazon ha annunciato i primi due progetti solari off-site in Sicilia: si tratta di due impianti agro-fotovoltaici innovativi che combinano energia pulita e colture agricole. Grazie ad un terzo progetto di prossima realizzazione, la capacità produttiva totale in Italia raggiungerà i 106 MW. Inoltre, 17 siti in Italia sono dotati di impianti di pannelli fotovoltaici sui tetti e ognuno di questi impianti può generare fino all’80% del fabbisogno energetico annuale di una singola struttura logistica.
Nel 2021, Amazon ha spedito più di 7 milioni di pacchi ai clienti italiani utilizzando veicoli a zero emissioni. Nel 2022, Amazon si è impegnata a investire oltre 1 miliardo di euro nei prossimi cinque anni per elettrificare e decarbonizzare ulteriormente la rete di trasporti in Europa. Nel 2022, Amazon ha smesso di utilizzare le buste di plastica monouso come imballaggio per i prodotti all’interno della propria catena logistica in Italia.
Continuando ad assumere, investire e crescere in Italia, Amazon contribuisce alle entrate fiscali del Paese attraverso le imposte che vengono riscosse dallo Stato come risultato delle proprie attività in Italia. Tali imposte si dividono in due categorie. Imposte dirette: le imposte direttamente maturate e pagate da Amazon, tra cui l’imposta sulle società (Ires e IRAP), le imposte pagate per l’acquisizione di terreni o costruzioni (imposta sulla proprietà, imposta di registro), le imposte sui salari e le tasse per la previdenza sociale pagate dai datori di lavoro, i dazi di importazione e la DST (Digital Service Tax); imposte indirette riscosse e versate: le imposte raccolte e versate per conto dei nostri clienti, dipendenti e altre terze parti come conseguenza delle nostre attività commerciali in Italia. Queste imposte includono l’IVA e i contributi a carico dei nostri dipendenti.
E’ importante includere entrambe queste categorie di imposte, perchè se ci si concentra su un solo aspetto della tassazione, come l’imposta sulle società, non si offre una panoramica completa: secondo una recente ricerca condotta dall’OCSE, infatti, l’imposta sulle società rappresenta solo il 5% circa del gettito fiscale totale dei contribuenti italiani.
Amazon è un’azienda in crescita che registra un alto volume di vendite ma, come accade per le aziende di vendita al dettaglio, gli utili operativi rimangono relativamente bassi a causa della concorrenza sui prezzi in un settore a bassa marginalità, degli intensi programmi di investimento di capitale e dei crescenti costi operativi (inclusi quelli derivanti da una forza lavoro in crescita e dall’inflazione). La maggior parte dei governi – compreso quello italiano – incoraggia attivamente le aziende a effettuare questi investimenti e spesso utilizza il sistema fiscale per farlo.
Nel 2021, i ricavi totali delle attività di Amazon in Italia sono stati di oltre 8,75 miliardi di euro (+21% rispetto ai 7,25 miliardi di euro del 2020). Gli investimenti di Amazon sono stati pari a 4 miliardi di euro (+38% rispetto ai 2,9 miliardi di euro del 2020). Gli investimenti totali includono 609 milioni di euro (+66% rispetto ai 367 milioni di euro del 2020) come spese in conto capitale (ovvero infrastrutture: centri di distribuzione, uffici e datacenter).
Il contributo fiscale complessivo di Amazon – combinando le imposte dirette e indirette – è stato di oltre 751 milioni di euro (+118% rispetto ai 345 milioni di euro del 2020). Questo dato si suddivide in due parti: il totale delle imposte sostenute direttamente è stato di oltre 258 milioni di euro (+39% rispetto ai 186 milioni di euro del 2020). Le imposte versate come datore di lavoro ne rappresentano una parte consistente. Tra le altre imposte dirette figurano l’imposta sul reddito delle società, le tasse pagate per l’acquisizione o la costruzione di terreni, la DST (Digital Service Tax) e i dazi sulle importazioni; l’azienda ha raccolto e versato ulteriori 493 milioni di euro di imposte indirette (+209% rispetto ai 159 milioni di euro del 2020) grazie alla sua attività in Italia. Si tratta di imposte che Amazon raccoglie dai propri clienti, dai dipendenti e da altre terze parti in ragione delle proprie attività commerciali in Italia, e che versa in loro vece. Queste includono l’IVA e le imposte pagate dai dipendenti che vengono trattenute da Amazon. L’aumento nel corso del 2021 è stato in gran parte determinato dall’IVA netta. Dal 1° luglio 2021, Amazon raccoglie e versa l’IVA italiana sulle transazioni che coinvolgono venditori esteri. L’IVA viene calcolata da Amazon e riscossa al momento del pagamento.
Nel 2021 la forza lavoro di Amazon è salita a 14.000 persone e l’azienda ha già creato 3.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato nel 2022 per un totale di oltre 17.000 dipendenti a tempo indeterminato in Italia. Attraverso gli investimenti nella rete logistica e nella forza lavoro, Amazon intende anche continuare a sostenere le oltre 20.000 piccole e medie imprese che vendono su Amazon, comprese le 4.500 PMI che utilizzano la vetrina del Made in Italy per esportare i loro prodotti.
Nel 2021 Amazon ha aperto diverse nuove sedi. Attualmente ha più di 60 strutture in tutta Italia, sia logistiche che corporate.
L’impatto economico di Amazon non va solo a beneficio delle grandi aree urbane, ma anche delle città più piccole in diverse regioni con limitate opportunità di lavoro.
Inoltre, per sostenere la trasformazione digitale e la ripresa dell’economia italiana, Amazon Web Services (AWS) ha aperto nel 2020 in Lombardia la Regione AWS Europe (Milano), consentendo alle PMI italiane, alle start-up, alle grandi imprese o agli enti governativi di gestire le proprie attività, archiviare i dati in Italia e servire gli utenti finali con una latenza ancora più bassa. AWS investirà 2 miliardi di euro entro il 2029 con la Regione AWS Europe (Milano), che a sua volta contribuirà al PIL italiano per 3,7 miliardi di euro entro il 2029.
Secondo un nuovo studio di The European House – Ambrosetti, che analizza le grandi aziende in Italia, Amazon è tra le prime cinque aziende private straniere che hanno investito di più in termini di spesa in conto capitale in Italia nel periodo 2019-2021.
‘Anche noi, come molte altre aziende, siamo impattati dalle attuali sfide macroeconomiche che comportano un aumento dei costi operativi ed energetici – dice Mariangela Marseglia, VP Country Manager Amazon.it e Amazon.es -. Il nostro approccio di lungo periodo si traduce nell’impegno a supportare i nostri dipendenti, offrire ai nostri clienti la più ampia selezione mantenendo i prezzi bassi in un contesto di alta inflazione, e a contribuire alle priorità del Paese: occupazione, digitalizzazione, sostenibilità, competenze. L’Italia è una fucina di talenti e di opportunità e siamo lieti di svolgere un ruolo di promozione e di sostegno alla crescita, ancora più importante in uno scenario di incertezzà.
La forza lavoro di Amazon in Italia è cresciuta fino a raggiungere più di 14.000 persone alla fine del 2021. Grazie ai 3.000 nuovi ruoli a tempo indeterminato creati nel 2022, Amazon conta oggi un organico totale di 17.000 dipendenti a tempo indeterminato.
Secondo lo studio di The European House – Ambrosetti, Amazon mantiene la prima posizione tra le aziende private che hanno creato più posti di lavoro nel Paese nel periodo 2012-2021. Alla fine del 2021 Amazon si è posizionata al 5° posto in termini di occupazione totale tra le aziende straniere che operano in Italia e al 27° posto tra tutte le aziende.
Nel 2021, Amazon ha pagato in media 35,8 milioni di euro al mese in retribuzioni ai dipendenti italiani. Un aumento sostanziale rispetto ai 24,5 milioni di euro al mese del 2020, dovuto principalmente alla crescita del numero dei dipendenti impegnati a supportare i clienti durante la pandemia.
A partire da ottobre, Amazon ha aumentato gli stipendi di ingresso per tutti i dipendenti dei magazzini, portando i salari a 1.713 euro lordi mensili. Si tratta di un aumento del 19% rispetto a quelli pagati nel 2018 e dell’8% rispetto al 5° livello del CCNL Trasporti e Logistica, a cui si aggiungono gli extra, ad esempio gli sconti per gli acquisti su Amazon.it, l’assicurazione sanitaria e l’assistenza medica privata, che rappresentano un grande balzo in avanti rispetto alla maggior parte dei lavori di primo impiego.
Nel 2021 e nel 2022, Amazon ha ricevuto in Italia la certificazione Top Employer come riconoscimento del suo ambiente di lavoro attento alla diversità e inclusivo, delle opportunità di sviluppo professionale e dei programmi di formazione che vengono offerti ai dipendenti.
Secondo un recente studio di Keystone Strategy, grazie agli effetti indiretti degli investimenti nel 2021 sono stati creati più di 48.000 nuovi posti di lavoro, ad esempio nel settore delle costruzioni, della logistica e dei servizi. Il totale dei posti di lavoro indiretti ha raggiunto la cifra record di 108.000 includendo i 60.000 posti di lavoro creati dalle piccole e medie imprese italiane che utilizzano i servizi di Amazon per far crescere il proprio business e per esportare i prodotti italiani nel mondo.
Oltre agli investimenti per creare nuovi posti di lavoro, Amazon investe anche in strumenti di supporto per un gran numero di imprese in tutto il Paese che utilizzano la tecnologia e i servizi forniti dall’azienda per far crescere il proprio business. Nel 2021, le piccole e medie imprese (PMI) italiane che vendevano sugli store di Amazon erano più di 20.000 (dalle 18.000 del 2020). Circa la metà di queste ha esportato i propri prodotti in tutto il mondo, raggiungendo oltre 800 milioni di euro di vendite internazionali.
Per rafforzare ulteriormente l’impegno di Amazon a favore delle PMI italiane, lo scorso maggio è stato annunciato l’obiettivo di Amazon di aiutare le PMI che vendono sul suo store a raggiungere 1,2 miliardi di euro di vendite annuali all’estero – raddoppiando quasi il valore delle esportazioni del 2020. Si tratta di un’azione che contribuirà agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), offrendo al contempo una più ampia disponibilità di prodotti italiani ai clienti di tutto il mondo.
Attraverso Accelera con Amazon – programma di formazione gratuito progettato con la collaborazione di ICE, MIP Politecnico di Milano, Netcomm, per accelerare la crescita e la digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane – più di 11.000 PMI e imprenditori italiani hanno ridotto il loro gap digitale nel 2021. Amazon si impegna a formare altre 20.000 PMI e start-up italiane entro la fine di quest’anno, fornendo loro le competenze necessarie per vendere a livello globale e gettare solide basi per un successo duraturo, sia con Amazon, o in autonomia, o attraverso altri servizi online. Inoltre Amazon ha siglato accordi con le Regioni Liguria, Sicilia, Marche, Abruzzo, Umbria per portare il proprio supporto alle imprese del territorio e la collaborazione con le Regioni è fondamentale per raggiungere questo obiettivo.
La vetrina Amazon Made in Italy è un ulteriore strumento, sostenuto da ICE, a disposizione delle piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon, finalizzato a promuovere i loro prodotti in Europa, Stati Uniti, Giappone, AEU, Olanda, Polonia e Svezia.
Oggi oltre 4.500 artigiani e PMI beneficiano della Vetrina Made in Italy di Amazon, proponendo oltre 1 milione di prodotti ai clienti di Amazon.
Amazon è anche impegnata a sostenere le comunità in cui i suoi dipendenti vivono e lavorano. Lo ha fatto collaborando con oltre 100 ONG e università italiane, che l’azienda ha sostenuto con oltre 5,7 milioni di euro nel 2021, oltre a 5,9 milioni di euro in crediti virtuali forniti dal programma ‘Un click per la Scuolà a più di 28.000 scuole primarie e secondarie italiane dal 2019.
Amazon ha deciso di utilizzare le proprie dimensioni per fare la differenza per il pianeta. L’azienda è la prima firmataria del Climate Pledge, cofondato con Global Optimism nel 2019. Si tratta di un impegno a raggiungere le zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, 10 anni prima rispetto all’obiettivo stabilito dall’Accordo di Parigi. Amazon sta lavorando per raggiungere questo obiettivo intraprendendo azioni immediate per decarbonizzare le proprie attività, che si tratti di utilizzo di energia, trasporti o imballaggi.
Amazon sta investendo in energia eolica e solare per raggiungere il 100% di energia rinnovabile nelle sue attività globali entro il 2025. Secondo il rapporto di sostenibilità di Amazon del 2021, l’azienda ha raggiunto l’85% di energia rinnovabile in tutte le operazioni globali. E i progressi nel decarbonizzare le operazioni si riflettono nella carbon intensity, che è diminuita dell’1,9%.
In Italia, Amazon ha annunciato i primi due progetti solari off-site in Sicilia: si tratta di due impianti agro-fotovoltaici innovativi che combinano energia pulita e colture agricole. Grazie ad un terzo progetto di prossima realizzazione, la capacità produttiva totale in Italia raggiungerà i 106 MW. Inoltre, 17 siti in Italia sono dotati di impianti di pannelli fotovoltaici sui tetti e ognuno di questi impianti può generare fino all’80% del fabbisogno energetico annuale di una singola struttura logistica.
Nel 2021, Amazon ha spedito più di 7 milioni di pacchi ai clienti italiani utilizzando veicoli a zero emissioni. Nel 2022, Amazon si è impegnata a investire oltre 1 miliardo di euro nei prossimi cinque anni per elettrificare e decarbonizzare ulteriormente la rete di trasporti in Europa. Nel 2022, Amazon ha smesso di utilizzare le buste di plastica monouso come imballaggio per i prodotti all’interno della propria catena logistica in Italia.
Continuando ad assumere, investire e crescere in Italia, Amazon contribuisce alle entrate fiscali del Paese attraverso le imposte che vengono riscosse dallo Stato come risultato delle proprie attività in Italia. Tali imposte si dividono in due categorie. Imposte dirette: le imposte direttamente maturate e pagate da Amazon, tra cui l’imposta sulle società (Ires e IRAP), le imposte pagate per l’acquisizione di terreni o costruzioni (imposta sulla proprietà, imposta di registro), le imposte sui salari e le tasse per la previdenza sociale pagate dai datori di lavoro, i dazi di importazione e la DST (Digital Service Tax); imposte indirette riscosse e versate: le imposte raccolte e versate per conto dei nostri clienti, dipendenti e altre terze parti come conseguenza delle nostre attività commerciali in Italia. Queste imposte includono l’IVA e i contributi a carico dei nostri dipendenti.
E’ importante includere entrambe queste categorie di imposte, perchè se ci si concentra su un solo aspetto della tassazione, come l’imposta sulle società, non si offre una panoramica completa: secondo una recente ricerca condotta dall’OCSE, infatti, l’imposta sulle società rappresenta solo il 5% circa del gettito fiscale totale dei contribuenti italiani.
Amazon è un’azienda in crescita che registra un alto volume di vendite ma, come accade per le aziende di vendita al dettaglio, gli utili operativi rimangono relativamente bassi a causa della concorrenza sui prezzi in un settore a bassa marginalità, degli intensi programmi di investimento di capitale e dei crescenti costi operativi (inclusi quelli derivanti da una forza lavoro in crescita e dall’inflazione). La maggior parte dei governi – compreso quello italiano – incoraggia attivamente le aziende a effettuare questi investimenti e spesso utilizza il sistema fiscale per farlo.
Nel 2021, i ricavi totali delle attività di Amazon in Italia sono stati di oltre 8,75 miliardi di euro (+21% rispetto ai 7,25 miliardi di euro del 2020). Gli investimenti di Amazon sono stati pari a 4 miliardi di euro (+38% rispetto ai 2,9 miliardi di euro del 2020). Gli investimenti totali includono 609 milioni di euro (+66% rispetto ai 367 milioni di euro del 2020) come spese in conto capitale (ovvero infrastrutture: centri di distribuzione, uffici e datacenter).
Il contributo fiscale complessivo di Amazon – combinando le imposte dirette e indirette – è stato di oltre 751 milioni di euro (+118% rispetto ai 345 milioni di euro del 2020). Questo dato si suddivide in due parti: il totale delle imposte sostenute direttamente è stato di oltre 258 milioni di euro (+39% rispetto ai 186 milioni di euro del 2020). Le imposte versate come datore di lavoro ne rappresentano una parte consistente. Tra le altre imposte dirette figurano l’imposta sul reddito delle società, le tasse pagate per l’acquisizione o la costruzione di terreni, la DST (Digital Service Tax) e i dazi sulle importazioni; l’azienda ha raccolto e versato ulteriori 493 milioni di euro di imposte indirette (+209% rispetto ai 159 milioni di euro del 2020) grazie alla sua attività in Italia. Si tratta di imposte che Amazon raccoglie dai propri clienti, dai dipendenti e da altre terze parti in ragione delle proprie attività commerciali in Italia, e che versa in loro vece. Queste includono l’IVA e le imposte pagate dai dipendenti che vengono trattenute da Amazon. L’aumento nel corso del 2021 è stato in gran parte determinato dall’IVA netta. Dal 1° luglio 2021, Amazon raccoglie e versa l’IVA italiana sulle transazioni che coinvolgono venditori esteri. L’IVA viene calcolata da Amazon e riscossa al momento del pagamento.
– foto Oskar Da Riz/Create PR –
(ITALPRESS).