Castel d’Ario: “Manca la condivisione”, la consigliera sbatte la porta

CASTEL D’ARIO Un colpo che ha provocato un piccolo sconquasso politico nella maggioranza di Castel d’Ario e che ha colto di sorpresa tutto il resto del consiglio a nove mesi dal ritorno alle urne per rinnovare l’amministrazione comunale. A provocarlo sono le dimissioni dei consiglieri Luigi Soave e Simona Mandalà, protocollate in municipio tra martedì e mercoledì scorso. Dimissioni che vanno ad aggiungersi a quelle dello scorso 27 maggio rassegnate dall’ormai ex vicesindaco Nicola Zoccatelli, ma che a quanto pare non hanno un filo conduttore comune.
Differenti anche le motivazioni addotte da Soave e Mandalà. Se per Soave, che rivestiva anche il ruolo di capogruppo, la scelta è dettata da “motivi personali”, nella sua lettera di congedo dall’amministrazione la Mandalà parla di “una scelta compiuta secondo coscienza essendo venuta meno, per un insieme di cose, la giusta serenità nei rapporti interpersonali e per un accentuarsi della disarmonia nella condivisione di opinioni all’interno del gruppo consiliare Progetto Comune”. A fine missiva, però, Mandalà ringrazia “per le occasioni di collaborazione e condivisione che ci sono state in questi quattro anni”, lasciando quasi intendere che la decisione sia scaturita da diversità di vedute inconciliabili emerse nelle ultime settimane. Nessun accenno, infatti, ad eventuali motivi per un eventuale scontro o di non sintonia.
«Proviamo sicuramente profonda amarezza, ma l’amministrazione – è il commento del sindaco Daniela Castro – prosegue il proprio invariato impegno portando a termine il mandato: per senso di responsabilità, per completare i progetti in corso e per il bene del paese». Progetti che nelle prossime settimane si tradurranno in importanti interventi per la messa in sicurezza di scuole, palazzetto dello sport e impianti sportivi, che complessivamente costeranno circa 155mila euro. Entro dieci giorni la prima cittadina sarà costretta a convocare un nuovo consiglio comunale per la surroga dei dimissionari.

Matteo Vincenzi