Castel d’Ario ricorda Norma Cossetto, l’istriana uccisa dai titini

CASTEL D’ARIO – Nel Giorno del Ricordo, ieri mattina l’amministrazione comunale di Castel d’Ario ha deciso di intitolare i giardini pubblici di via Togliatti alla memoria di Norma Cossetto, martire delle Foibe e medaglia d’oro al valor civile. La giovane studentessa istriana fu catturata e imprigionata dai partigiani slavi di Tito nel 1943; venne in seguito seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi gettata in una delle tante voragini carsiche sul territorio della Venezia Giulia. «Ricordare la figura di Norma Cossetto, farla conoscere ai giovani e non solo, diffondere una verità nascosta per troppi anni: questo è lo scopo di questa piccola manifestazione, ma densa di significato – ha dichiarato il dichiarato il sindaco di Castel d’Ario Daniela Castro -. La storia di Norma è un esempio di libertà, coraggio e amore per l’Italia. Questo perché il suo sacrificio, e quello di migliaia di altri nostri connazionali, non venga mai dimenticato. In questo giorno, infatti, vogliamo ricordare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e il dramma dell‘esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati». Nelle parole della prima cittadina c’era la visibile emozione di chi è stata particolarmente toccata da quel dramma: «Mio padre Armando fu un esule istriano e in diverse occasioni mi raccontò dei patimenti che lui e tanti nostri connazionali subirono durante l’esilio forzato dall’Istria. Una brutta pagina di storia su cui – lasciatemelo dire – i riflettori sono stati accesi troppo tardi». Presenti anche gli alunni del Consiglio comunale dei ragazzi, la dirigente Mariella Difato, la vicaria Silla Battistello, l’insegnante Francesco Gasapini e rappresentanti della maggioranza e della minoranza. «Dedicare i giardini alla figura di Norma Cossetto rientra nel progetto della Consulta comunale delle Pari opportunità – evidenzia il vicesindaco Mara Spanevello -. Prossimamente dedicheremo altri spazi verdi comunali ad altrettante donne che si sono distinte nei rispettivi ambiti».

Matteo Vincenzi