Collocando la pietra d’inciampo Guidizzolo ha ricordato Bruno Rodella

GUIDIZZOLO – Un detto recita: “L’essere umano è l’unico che riesce ad inciampare per due volte nella stessa pietra. Le pietre d’inciampo servono appunto per evitare di inciampare nello stesso errore”. In Europa sono oltre 100 mila gli esemplari di queste “testimonianze di memoria” e da ieri una in più, quella in via Roma a Guidizzolo, in ricordo di Bruno Rodella: il giovane originario della cittadina morenica brutalmente assassinato dai nazifascisti nel tristemente celebre eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo del 1944.
In suo onore, alla presenza di numerose autorità locali tra cui il prefetto di Mantova Gerlando Iorio ed il sindaco Stefano Meneghelli, con una cerimonia ufficiale davanti alla casa natia, è stata svelata proprio una pietra d’inciampo. L’iniziativa, ideata dell’artista tedesco Gunter Demnig ed attuata in diversi Paesi, consiste nell’incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni o fucilazioni, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore. Sono moniti “per non dimenticare”, sono il segno di una vita spezzata nel suo fiorire, come quella di Bruno Rodella, che amava la libertà, la democrazia, la cultura del rispetto, la pace e che per questi ideali ha sacrificato la propria esistenza. L’allora 27enne venne trucidato a Roma insieme al cugino Ugo Baglivo ed altre 333 persone, tra gente comune, ebrei, prigionieri politici, militari ed “azionisti”. Riconosciuta la salma, il padre decise di dedicargli una targa commemorativa affissa sull’edificio nel centro di Guidizzolo, l’allora dimora di famiglia. Così, proprio nell’ottantesimo anniversario della morte di Bruno Rodella, del quale nel corso dei decenni, a margine di questa pagina nera della nostra storia, si è avuto modo di conoscere ed approfondire anche la sua vita di partigiano, il ricordo solenne dell’amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza.