QUISTELLO I timori dei famigliari sono diventati una triste certezza nella giornata di ieri: il corpo ripescato dai Vigili del Fuoco nelle acque del Po a Papozze, piccolo comune in provincia di Rovigo, sono purtroppo del 64enne scomparso da casa nella mattinata dello scorso 22 aprile, giorno di Pasquetta. Il riconoscimento avvenuto alle camere mortuarie dell’ospedale di Adria avrebbe fugato anche gli ultimi dubbi; in ogni caso la Procura di Rovigo non ha voluto ancora dare il nulla osta e non è escluso che vengano disposti esami specifici per stabilire con esattezza la causa della morte.
La notizia che nel piccolo comune rodigino era avvenuto il rinvenimento di un corpo senza vita nelle acque del Po era arrivata rapidamente nel paese di Quistello; e anche se Papozze si trova a più di cento chilometri in linea d’aria da Quistello tanti elementi facevano propendere per l’identificazione di quei poveri resti come quelli dell’anziano scomparso da casa nella mattinata di Pasquetta. Il corpo recuperato e traslato alle camere mortuarie dell’ospedale di Adria era in avanzato stato di saponificazione – segno di una prolungata presenza nelle acque del grande fiume – e per questo motivo i famigliari dell’uomo erano stati convocati d’urgenza al nosocomio adriese per l’operazione di riconoscimento del cadavere.
Stabilito, con dolore dei parenti, che si trattava proprio di lui, resta però da chiarire con esattezza cosa sia accaduto al 64enne e per questo motivo la Procura di Rovigo ha stoppato, al momento il nulla osta ai funerali per eseguire una serie di esami su quei poveri resti e stabilire con certezza la causa della morte e se questa sia da attribuire a un gesto estremo.
Del 64enne quistellese si erano perse improvvisamente le tracce nella mattinata dello scorso 22 aprile: di lui era rimasto solo il portafoglio rinvenuto nei pressi del ponte sul Secchia e da lì era scattato immediatamente l’allarme. Le operazioni di ricerca nel Secchia erano però state rese estremamente difficoltose dal livello del fiume e dalle condizioni meteo che avevano impedito l’utilizzo dei sommozzatori.