In difesa del Chiese, ma mancano i comuni mantovani

MANTOVA – Si allarga il protocollo d’intesa tra comuni in difesa del Chiese, ma per ora nessun comune mantovano ha aderito. E proprio dal protocollo d’intesa, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta ieri, arriva l’appello rivolto ai comuni sia mantovani che bresciani che non hanno ancora aderito: “Unitevi a noi in difesa del fiume”. I comuni maggiormente interessati sono Asola, Casalmoro, Acquanegra sul Chiese e Canneto sull’Oglio. Nessun comune mantovano, però, al momento ha aderito. Come noto, infatti, il progetto di depurazione del lago di Garda prevede che le acque depurate vengano scaricate proprio nel Chiese. A tale ipotesi sono tante le associazioni che si sono opposte e si stanno opponendo tutt’ora.
«Questa concreta collaborazione – ha spiegato ieri mattina Gianluca Bordiga, presidente della Federazione delle associazioni che amano il fiume Chiese ed il suo Lago d’Idro, che pure aderisce al protocollo d’intesa – vuole e deve riuscire a mantenere il deflusso ecologico in ogni tratto, che in sostanza significa anche la salubrità di tutto il corpo idrico del Chiese; essere consapevoli del valore insostituibile di tutto questo vuol dire agire per realizzare un fronte unitario di opposizione a ogni ipotesi di trasferire la depurazione gardesana nel corpo idrico del Chiese, perché determinerebbe una condizione di estrema e perenne fragilità sia del fiume Chiese che del lago d’Idro. In altre parole questo nostro corpo idrico verrebbe obbligato a rilasciare volumi extra in ogni stagione per poter mantenere la salubrità dell’asta fluviale in ogni tratto quando durante la stagione irrigua la sua portata sarebbe inadeguata ad essere corpo ricettore degli sversamenti del 40% della depurazione gardesana».
Attualmente aderiscono i comuni bresciani di Anfo, Bagolino e Idro e i comuni trentini di Bondone, Borgo Chiese, Castel Condino, Ledro, Pieve di Bono-Prezzo, Sella Giudicarie, Storo, Valdaone.