Rifiuti pericolosi nel Reggiano: sotto osservazione un’azienda di Guidizzolo

Guidizzolo Oltre 1500 balle di rifiuti pericolosi di vario genere, per un totale di 770 tonnellate, stoccate in un capannone in provincia di Reggio Emilia: questo quanto scoperto ieri dai carabinieri del Nucleo Forestale di Reggio Emilia coadiuvati dai colleghi della cittadina reggiana. E ora rischia di finire nei guai un’azienda di Guidizzolo che risultava avere in uso tale capannone: sono stati segnalati all’autorità giudiziaria sia l’amministratore della ditta che due operai che si trovavano nel capannone al momento del blitz dei carabinieri.
L’intervento dei carabinieri era inserito in una più ampia attività di indagine volta a verificare e a sanzionare la presenza di rifiuti stoccati irregolarmente o pericolosi nella zona dell’area industriale della frazione luzzarese di Codisotto. L’intervento dei carabinieri ha permesso di scoprire immediatamente cosa fosse accatastato in quel capannone di 1500 metri quadri, e questo rappresenta l’aspetto più macroscopico della vicenda ma anche che tale attività di stoccaggio sarebbe avvenuta senza alcuna autorizzazione. Non solo: le 1500 balle di rifiuti, per un totale di 770 tonnellate di materiale che è stato ovviamente sottoposto a sequestro, erano composte di materiale ferroso e plastico proveniente sia da degli sfasciacarrozze che da società che gestiscono lo smaltimento di rifiuti plastici nonchè residui di lavorazione di industrie tessili e cavi elettrici di tipo industriale ormai dismessi. Il materiale – la cui provenienza non è ancora stata definita con esattezza ma che sembra essere giunto a Luzzara praticamente da tutta Italia – oltre ad essere stoccato irregolarmente presenta anche una scarsa pulizia delle balle con inserimento, nelle stesse, di altri rifiuti sulla cui pericolosità stanno ancora indagando i carabinieri.
Al momento del blitz dei carabinieri del Nucleo Forestale di Reggio Emilia, erano presenti due operai della ditta: un 34enne di origine moldava, ufficialmente residente nel Mantovano ma in realtà domiciliato in provincia di Modena e un 47enne residente nel capoluogo virgiliano. Oltre a questi due operai è stato segnalato all’autorità giudiziaria anche l’amministratore dell’azienda, che si occupa di gestione di rifiuti metallici, un 54enne residente in provincia di Bergamo.