San Benedetto – Ponte, il comitato resta critico: “Fiducia pari a zero”

SAN BENEDETTO PO Ordinanza arrivata, con la decisione del giudice del Tribunale delle Imprese di Brescia di far riprendere i lavori di realizzazione del nuovo ponte sul Po. Ma il comitato Vogliamo il ponte, come del resto anche il sindaco  Roberto Lasagna, si dimostra scettico, spiegando che ci sarà pure l’ordinanza del giudice ma i problemi di fondo tra Provincia e Toto non sono di certo risolti.
Insomma secondo il gruppo di cittadini sambenedettini che chiede da tempo il completamento dei lavori e il sindaco, la situazione non è così rosea come potrebbe apparire. «Che il giudice si sia espresso ordinando la ripresa dei lavori è certamente un punto a favore del ponte – fanno sapere dal comitato -, ma resta il fatto che tra Provincia e Toto ci sono problemi e scogli che di certo l’ordinanza del giudice non va a risolvere. Anzi, sono problemi che potrebbero tornare a farsi sentire in qualsiasi momento facendo precipitare di nuovo tutta la situazione. Una situazione che ci sembra a questo punto abbastanza compromessa e che ci spinge a usare tutte le cautele del caso. Anche perché in effetti – prosegue il comitato – sarebbe sufficiente che Toto mandasse uno o due operai ad aprire il cancello del cantiere: l’area di lavoro sarebbe riaperta, ma di certo le operazioni non potrebbero andare avanti. Vorremmo specificare – conclude il gruppo di cittadini di San Benedetto – che non ce l’abbiamo con la Provincia o con qualche persona in particolare. Però vorremmo che l’ente facesse un passo indietro e risolvesse la questione legata alla caserma dei carabinieri in modo da sbloccare la situazione. Del resto si tratta di circa 3 milioni di euro, ovvero il 10% dell’importo totale dei lavori e Toto di certo non è un’associazione di beneficenza ma un’azienda».
Nel frattempo ieri la Provincia ha diffuso una nota in risposta a Toto. La società abruzzese infatti sostiene di aver inviato ufficialmente a Palazzo di Bagno una proposta transattiva che potrebbe portare la vicenda fuori dalle secche. Ma, specifica la società, “a distanza di due mesi non abbiamo ancora avuto alcun cenno di riscontro”. Dal canto suo la Provincia spiega di aver “inviato regolare Pec sia all’impresa che all’avvocato che la rappresenta. Spiace dover ribadire ancora, dopo il pronunciamento del giudice, che, al momento e fino a prova contraria, non esistono ragioni che impediscano all’impresa di lavorare alla realizzazione di quanto previsto in contratto. Sostenere che questo sia ‘un passaggio che purtroppo non avvicina i tempi della realizzazione del ponte’, assume perciò i contorni di una dichiarazione surreale e mistificante delle questioni di merito”.