Calcio dilettanti – Salvare le giovanili per non perdere i ragazzi

MANTOVA Le società dilettantistiche lo chiedono già da settimane a gran voce: se, a detta di molte, è meglio lasciare perdere la ripartenza del mondo dilettantistico nel 2020/2021, occorre riportare sul campo i ragazzi il prima possibile, ovviamente in sicurezza.
I dirigenti e gli educatori già da mesi hanno lanciato un allarme che, oggi, dopo numerosi studi in merito, l’ultimo dei quali pubblicato dalla rivista scientifica Nature (che prende in esame un po’ tutte le fasce d’età della popolazione italiana), sembra più che fondato: al di là della, purtroppo probabile, dispersione sportiva che sconteremo nei prossimi anni a causa di questa lunghissima inattività, la chiusura, che dura per l’attività ufficiale delle giovanili praticamente da febbraio 2020, rischia di lasciare strascichi psicologici importanti ai nostri ragazzi. Le analisi degli esperti, infatti, evidenziano un rischio dell’aumento di problematiche preoccupanti, che vanno da generici stati d’ansia a veri e propri stati depressivi. Uno scenario da scongiurare assolutamente, per quanto possibile. Del resto, la pandemia ha tolto a buona parte dei ragazzi, specialmente agli adolescenti, la possibilità di frequentare la scuola in presenza, ad esempio, ma anche la possibilità di fare sport e incontrare gli amici. Il mondo dei nostri, insomma, ragazzi è stato “smontato” da questa dannata malattia. E, certamente, non si potranno riportare in campo i giovani da un giorno all’altro senza le dovute sicurezze. Tuttavia è importante che sin da ora, da parte delle istituzioni sportive, venga preparato un piano adeguato di ripresa, magari nella tarda primavera, quando presumibilmente vaccini e condizioni climatiche permetteranno un abbassamento dei nuovi casi. E’ chiaramente impossibile organizzare campionati (che per quasi tutte le categorie non sono nemmeno partiti, tra l’altro), ma si potrebbero organizzare tornei utili per far riprendere confidenza con la disciplina da parte dei ragazzi.
Una sorta di  summer league, che permetta, dai più piccoli agli adolescenti, di poter scendere in campo. Forse un’idea ancora in embrione, visto che non abbiamo idea di come evolverà l’epidemia nei prossimi mesi e se ci sarà davvero la possibilità di riprendere. Ma c’è anche un fattore economico da non sottovalutare: le prime squadre, specie per le piccole società, sono fonte di spesa e, in quest’anno disgraziato, gli sponsor hanno ovviamente preso tempo e chiuso la borsa. Il settore giovanile, invece, è il futuro: giocare giustificherebbe il pagamento delle quote effettuato ad inizio stagione dalle famiglie.