Calcio dilettanti – Svolta protocolli: test antigenici nei tornei nazionali

Luigi Barbiero
Luigi Barbiero

ROMA La Figc ha annunciato che l’aggiornamento del protocollo per le attività dilettantistiche di livello nazionale è al vaglio degli organi di competenza.
La Lnd ha proposto di integrare quello attualmente in vigore: la richiesta è partita dal responsabile medico dei dilettanti, professor  Carlo Tranquilli.
In sostanza la Lega Nazionale Dilettanti ha proposto una modifica per quanto concerne il campionato di D e i tornei nazionali di Calcio a 5 e femminili. In tutti e tre i casi si tratta di campionati che solo formalmente hanno a che fare con il dilettantismo, quando invece, come nel caso del femminile o del fusal, stiamo parlando di massimi tornei a livello nazionale.
La modifica riguarda principalmente l’adozione di tamponi di screening utilizzando test rapidi antigenici, ormai diffusi in ogni settore (dalla scuola alle attività produttive), per la prevenzione della diffusione del contagio, effettuabili presso le società interessate.
Si tratta di un’integrazione fondamentale, per innalzare il livello di sicurezza e per dare maggiore regolarità allo svolgimento delle attività.
Una volta valutata dalla commissione medico scientifica della Figc, l’integrazione del protocollo potrà trovare rapida applicazione. Un iter che la Lega Nazionale Dilettanti spera possa concludersi in tempi brevi, dal momento che la ripresa del campionato è ormai alle porte dopo la sospensione decretata per permettere la disputa dei troppi recuperi che si erano accumulati.
«Abbiamo fatto quanto era nelle nostre competenze, recependo le istanze delle società: ora attendiamo il via libera della FIGC – ha dichiarato il coordinatore della Serie D Luigi Barbiero – anche perché la ripresa del campionato non potrà che essere subordinata all’adozione del nuovo protocollo sanitario. Una volta approvato sarà rimodulato anche il regolamento per la richiesta di rinvio degli incontri per questioni legate al Covid».
Anche per i dilettanti veri e propri, ci riferiamo ai campionati regionali, occorrerebbe mettere mano ai protocolli: spesso non c’è uniformità di giudizio da parte delle Ats quando si rilevano casi positivi (alcune “fermano” solo il positivo, altre decidono di mettere in quarantena l’intero gruppo squadra, altre ancora pure gli avversari).
Inoltre va chiarito anche l’iter per riconferire l’idoneità sportiva ad un atleta positivo. Secondo il protocollo, infatti, in caso di contagio da Covid, l’atleta interessato deve ripetere nuovamente la visita sportiva, necessaria ad ogni inizio di campionato per ogni atleta.
In questo restano valide le linee guida già pubblicate: nuova visita semplice per asintomatici o paucisintomatici, esami più approfonditi in caso di malattia più severa. Nei casi maggiormente complicati, hanno fatto sapere alcune società, denunciando la cosa durante l’ultima videoconferenza dedicata alle società di Eccellenza e Promozione sabato scorso, è stato purtroppo necessario effettuare esami approfonditi da parte degli atleti del costo anche di 460 euro.