Al Baratta va in passerella la moda equo solidale

MANTOVA Lucia, Milena, Claudia, Luisa, Gaia e Bianca. Sono solo alcuni dei nomi delle modelle volontarie che si sono rese protagoniste della sfilata di moda etica andata in scena (causa rischio pioggia) sotto il portico della Biblioteca Baratta. È stata presentata così la collezione autunno/inverno 2023 di Mappamondo, la bottega del commercio equo e solidale. “A noi donne ogni tanto piace toglierci qualche sfizio, facciamolo però in modo etico”, ha detto l’assessore al Sistema Bibliotecario Alessandra Riccadonna, nell’inedita veste di modella. Ecco allora gli originali capi di abbigliamento, accessori e bigiotteria indossati dalle modelle amiche di Mappamondo che hanno sfilato a due a due, come negli appuntamenti dell’alta moda. Dalla sciarpa di alpaca boliviana realizzata da donne con vicende di violenza familiare alle spalle alla bustina che arriva dalla Cambogia fatta con le reti recuperate dal fondo del mare, dal cotone biologico proveniente dall’india all’alpaca del Perù, dai ciondoli del Madagascar prodotti con l’alluminio derivante dagli scarti di pentole rotte alla bigiotteria che vede come materia prima i fili rimanenti dalle lavorazioni del cotone con i telai a mano in Sri Lanka. “Le nostre proposte di moda etica non sono solo belle esteticamente ma hanno molto di più dentro”, ha spiegato Annalisa Ferrari per la bottega Mappamondo, “raccontano storie di riscatto e sostenibilità sociale e ambientale”. Tra i capi presentati anche quelli del progetto Quid di Verona fatti da donne con un passato difficile. “Il fast fashion, la cosiddetta moda usa e getta, porta con sé una contraddizione”, ha aggiunto ancora Ferrari, “è molto amata da quell’utenza giovane che però ha anche a cuore la sostenibilità. È come se ci fosse uno scollamento dalla realtà. Se conoscessero realmente le implicazioni ambientali di quella moda sono convinta che cambierebbero idea”.
Tiziana Pikler