Estorsione e turbativa d’asta, carabiniere e moglie a processo

L'ingresso del tribunale di Mantova

MANTOVA Turbativa d’asta, estorsione, concussione, atti persecutori, violenza privata e peculato. Con queste accuse sono finiti a processo un 50enne dell’hinterland cittadino, all’epoca carabiniere in servizio nel Mantovano, e la moglie. Una vicenda risalente al periodo 2014-2015 quando i due, sempre secondo gli inquirenti, avevano messo gli occhi su un’abitazione di Castelbelforte destinata ad andare all’asta e, a quanto pare, con altri possibili acquirenti. Per aggiudicarsi l’immobile, avrebbero quindi fatto pressioni, con tanto di minacce e offerte di denaro. La procura, dopo l’indagine condotta dalla Squadra Mobile, aveva quindi chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per entrambi. Parti offese una coppia di coniugi nonché la madre di lui. Nel capo di imputazione si fa riferimento a reiterate minacce, rivolte dal militare nei confronti delle tre presunte vittima, per farli desistere a partecipare all’asta. I due, sempre in concorso, avrebbero anche offerto 5mila euro per obbligare le altre parti a farsi da parte. Sempre secondo il pubblico ministero, il militare avrebbe anche minacciato la consorte dell’ipotetico acquirente di portarle via i figli piccoli. Un’accusa, quest’ultima, confermata anche dalla vittima. Circostanze queste ricostruite ieri in aula davanti al collegio dei giudici dalla testimonianza dello stesso uomo che ha avuto il coraggio di denunciare quanto perpetrato ai suoi danni. Prossima udienza il 20 ottobre.