Calcio Serie C – Giacomelli: “Mantova, ricomincio da te. Col massimo entusiasmo”

Stefano Giacomelli
Stefano Giacomelli

MANTOVA Undici stagioni di fila nella stessa società. Impensabile nel calcio moderno, davvero roba d’altri tempi. Stefano Giacomelli è la classica eccezione che conferma la regola. Nato a Spoleto, classe 1990, dopo le giovanili dell’Inter, il Foligno, il Pescara e la Ternana, si è trasferito al Vicenza. E da lì non si è più mosso, per la bellezza appunto di 11 anni. Conclusa la lunghissima storia con i berici, Giacomelli ha sposato il progetto Mantova. «Avevo bisogno di stimoli nuovi», dice.
Quasi un ricominciare da capo, vero Stefano?
«È così. Il primo giorno, in effetti, ero un po’ spaesato: di solito ero io che accoglievo i nuovi compagni, stavolta invece sono stato accolto. A distanza di pochi giorni, ho capito una cosa».
Quale?
«Che ho fatto la scelta giusta. Mantova è una piazza carica di entusiasmo ed io mi sono sentito voluto dalla dirigenza. Questo per un calciatore è un aspetto estremamente gratificante».
La lunga storia d’amore col Vicenza era davvero finita?
«Sì. Dovevo andare via già l’anno scorso e invece sono rimasto. Ma la stagione si è rivelata complicata per me, e alla fine è stato inevitabile separarci. Detto ciò, al Vicenza sarà sempre grato. Ora penso solo al presente».
Come è maturato l’interesse del Mantova?
«Quando il direttore Botturi mi ha chiamato, stavo vagliando alcune richieste. Ma ho dato subito la mia disponibilità. Quando retrocedi c’è sempre la voglia di iniziare un nuovo percorso di rinascita. Al Mantova ho trovato esattamente questo spirito».
E il tuo qual è?
«Io ho una voglia matta di divertirmi. So di avere delle qualità e so che la squadra si aspetta tanto da me».
A che punto sei di condizione?
«Diciamo al 60%. Quest’estate mi sono sempre allenato, ma da solo. E non è la stessa cosa che farlo con la squadra. Questi primi dieci giorni col Mantova non sono stati facili. Ora va meglio: comincio a “sentire” la gamba e già domenica ad Arzignano penso di poter dare il mio contributo. Non tengo certo 90 minuti, ma una valida alternativa per il mister posso rappresentarla».
Per quei pochi che non ti conoscessero, chi è “GiacoMessi”?
«(ride) Quello è il soprannome che mi hanno dato i tifosi del Vicenza. Ma magari fossi come Messi! Sono un attaccante cui piace giocare tra le linee, ed è esattamente questo che mi chiede Possanzini. Ho agito anche largo in fascia e mi ritengo bravo nell’uno contro uno. Prima delle caratteristiche, però, per me viene l’atteggiamento. Ho sempre dato e sempre darò il massimo, in allenamento come in partita».
Che gruppo hai trovato a Mantova?
«Tutti remano nella stessa direzione. Abbiamo sposato un progetto che è chiaro a tutti. Quando c’è questo entusiasmo – e lo so per esperienza – si possono raggiungere grandi risultati».
Come giudichi il reparto avanzato del Mantova?
«Una bellissima combo. Un intrigante mix di “vecchietti” (come me) e giovani di talento».
Che squadra hai visto contro il Padova?
«Combattivo. Nei primi 20 minuti la squadra ha messo in pratica quel che chiede il mister in allenamento. Poi forse è subentrato un pizzico di preoccupazione. Avremmo meritato la vittoria, ma ci portiamo a casa il punto con soddisfazione».
L’atmosfera era elettrizzante…
«Ecco un’altra componente che può risultare decisiva per ottenere buoni risultati. I tifosi sono stati incredibili, la curva piena era bellissima. Se si riuscisse a mantenere questo entusiasmo, sarebbe veramente di grande aiuto».
Chiudiamo con gli obiettivi, tuoi e della squadra?
«Quelli della squadra vengono prima dei miei. Non so dove potremo arrivare. So però che vogliamo crescere e toglierci delle soddisfazioni. Quanto a me, spero di esprimere al massimo le mie qualità con tanti assist e gol. Ce la metterò tutta».