Rugby Top 12 – Viadana, Arletti: “Servono più aiuti per ripartire”

Il presidente Giulio Arletti
Il presidente Giulio Arletti

VIADANA Il mondo del rugby si mobilita per affrontare l’emergenza Coronavirus. Il World Rugby, l’istituzione che governa la palla ovale mondiale, ieri ha annunciato di aver stanziato 100 milioni di dollari per aiutare le federazioni in difficoltà e di aver intenzione di modificare anche i calendari del rugby mondiale. Anche la Federazione italiana non sta a guardare e cerca di sostenere i club del Paese duramente colpiti dall’emergenza sanitaria. Con il Consiglio di giovedì ha aumentato a 2 milioni di euro il “Fondo Coronavirus”. «Un aumento importante per gli interventi in alcuni stadi, per le tante società del Paese e il rugby di base – spiega il presidente dell’Im Exchange Viadana Giulio Arletti – ma essendo circa 800 club, a testa resterà ben poco. Spero che arrivi qualcosa anche dal World Rugby. A noi, come club del Top 12, è già stato confermato il contributo che abbiamo a disposizione ogni anno, ma è il minimo: è una base di partenza. Sono state annullate anche le tasse d’iscrizione. Se fosse solo questo, oltre il danno la beffa. Abbiamo bisogno di più aiuti per ripartire. Siamo però fiduciosi che dopo il prossimo Consiglio federale del 23 si possano portare avanti altre azioni e che anche il World Rugby ci aiuti». Intanto Viadana prova a guardarsi attorno, anche per le sponsorizzazioni, per essere a buon punto quando si potrà ripartire in vista della nuova stagione. «Abbiamo qualche colloquio, delle idee, ma è ancora prematuro. Gli sponsor sono preoccupati e devono un po’ valutare il danno subito. Io stesso nella mia azienda ho visto venir meno il 90% del lavoro. Tutti speriamo di ripartire il prima possibile. Bisogna però modificare le regole. Il mondo è cambiato: lo sport non può vivere solo di sponsorizzazioni, bensì serve un aiuto economico. Dobbiamo essere pronti a tutto: pensare a un piano A, quello in cui arrivano gli aiuti e ripartiamo, e a un piano B, quello in cui non arriva nulla e dobbiamo comunque rimetterci in piedi. Avevamo tante iniziative in cantiere per i più piccoli – si investe sul futuro anche così – e per far conoscere il nostro sport come il “Memorial Sidiki”, la “Coppa Leonero” o le celebrazioni del 50º: non si fa nulla ed è un grave danno. Speriamo l’emergenza finisca presto. Si parla di un anno o due per tornare alla normalità, ma non voglio sentire questi discorsi catastrofici. Possiamo stare bene attrezzandoci e garantendo la sicurezza sanitaria». (cri)