MANTOVA In coppia col fratello gemello aveva messo a segno centinaia di colpi, tutti perpetrati tra il centro ed il nord Italia. Per quella serie infinita di scorribande Edmond e Eduard Trushi, malviventi 34enni di origine albanese con base a Castiglione delle Stiviere, erano stati pure ribattezzati i “Gemelli Lupin” del crimine. Dopo diversi arresti e contestuali accuse cadute nel vuoto, complice l’identico codice genetico dei due che, per lungo tempo, ne aveva di fatto garantito ad entrambi l’impunità, l’altro giorno a carico di Eduard il tribunale di Pordenone ha emesso finalmente il verdetto finale di primo grado. Il malvivente era finito alla sbarra per una quarantina di furti e una ricettazione commessi nelle province di Mantova, Pordenone, Treviso e Venezia in soli tredici giorni tra l’8 ed il 20 novembre 2017. Al termine della fase istruttoria il giudice monocratico ha così condannato il bandito a sei anni e dieci mesi di reclusione che si vanno a sommare ai cinque anni già comminati in precedenza per altri 15 eventi criminosi. Dall’attività investigativa effettuata era emerso un modus operandi della banda ben preciso. I due agivano solo di notte mentre i padroni di casa dormivano, prediligendo ville particolarmente appariscenti, l’accesso avveniva sempre mediante il perforamento delle serrature delle porte d’ingresso con un trapano elettrico silenzioso poi sequestrato dai carabinieri, e qualora le vittime colte nel sonno si fossero svegliate le affrontavano con violenza. Per comunicare i due usavano telefonini intestati fittiziamente ad extracomunitari del Gambia, Mozambico o Pakistan, che cambiavano continuamente rendendo ancora più difficoltosa la loro individuazione. Per spostarsi tra il nord e il centro Italia, usavano di solito le loro auto: una Ford Mustang 4500 coupé e una Mercedes Slk che i carabinieri avevano sequestrato insieme ad altri beni rubati che i due custodivano nel covo castiglionese. (loren)