BRESCIA Il prossimo gennaio si voterà per il rinnovo della presidenza del Crl. Uno dei nomi che circolano da mesi per la poltrona di numero uno in via Pitteri, è quello di Alberto Pasquali, medico odontoiatra 62enne della Franciacorta, nonché socio della federazione medici sportivi, da 14 anni delegato provinciale di Brescia. Un nome fatto dapprima dalle società bresciane riunite nel “coordinamento dei Presidenti” (che ieri, con un comunicato, ha ribadito di aver individuato in Pasquali il candidato ideale), ma che ha preso quota anche nel Mantovano, dove è ben conosciuto.
Ancora non c’è l’ufficialità della candidatura, ma ci sono buone possibilità che questa venga presentata nel fine settimana, dopo il consiglio di Lega della Lnd, previsto per giovedì 10 dicembre.
«E’ vero, in tanti mi chiedono questo impegno, sto seriamente pensando alla candidatura – spiega -. Ho ricevuto tanti attestati di stima anche dalla vostra provincia e questo mi ha fatto molto piacere. Chi mi conosce sa che, se dovessi candidarmi e farcela, prenderei molto sul serio l’impegno al Comitato. Ho un modo di vedere la politica federale un po’ più “progressista”. Sento che tra le società c’è voglia di rinnovamento e in questo senso lavorerei. In primis per far pesare di più la Lombardia, che ha subìto tanto in questa situazione, a livello nazionale, in quanto regione trainante del movimento. E poi perché ribaltare alcune logiche. In primo luogo il delegato provinciale dovrebbero poterlo scegliere le società, o quantomeno essere consultate. Oggi invece, la nomina spetta al presidente. Ma non è solo questo: i rappresentanti regionali dovranno continuare a portare avanti le battaglie delle società con ancora più forza. Vorrei dare particolare attenzione ai settori giovanili, il vero motore del nostro movimento e mantenere vivo il filo diretto specialmente con i territori periferici. E ovviamente restare vicino alle società di tutta la regione come ho sempre fatto con le bresciane».
Pasquali parla anche della riforma dello sport: «L’abolizione del vincolo sarebbe un grave danno per le nostre società. Di una riforma si parla da anni, ma sarebbe servito un confronto, che non ci è stato ancora concesso. Siamo arrivati al dunque, dobbiamo far valere le nostre ragioni senza fare sconti a nessuno. Anche sui collaboratori sportivi le società rischiano un aggravio dei costi».