MANTOVA Altre due richieste di patteggiamento che si vanno così ad aggiungere alle sette già formalizzate, oltre a un proscioglimento, quattro rinvii a giudizio con rito ordinario e due abbreviati. Con la definizione anche delle ultime posizioni ancora rimaste in sospeso si è quindi completato il quadro processuale circa la vicenda che attiene al fallimento della società Forum Mondadori: sono 16, infatti, le persone finite davanti al giudice per l’udienza preliminare con le accuse di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. In sostanza si tratta di amministratori e legali rappresentati delle quattro società coinvolte nel progetto di costruzione di quello che, nei piani iniziali, doveva diventare un polo turistico della città, con un hotel, alloggi, negozi, uffici e un parcheggio interrato e rimasto invece al palo con un buco in bilancio appurato di 15 milioni di euro. Le altre società dell’affaire finite sotto la lente della procura, oltre alla già citata Forum Mondadori proprietaria dell’area dell’ex autostazione, sono la consortile Mondadori, la Iniziativa Piazzale Mondadori e la Cooperativa La Leale. Tra i nomi, spicca quello dell’imprenditore Antonio Muto, che nel 2010 comprò il 70% di Forum Mondadori e che proprio ieri davanti al gup Beatrice Bergamasco ha chiesto e ottenuto al pari di Emanuele Zacchi il patteggiamento. Il crac è datato 14 maggio 2015 con l’imprevisto diniego da parte di Banca Mps di provvedere alla ristrutturazione del debito avanzata dalla società Forum Mondadori. Qualche mese prima erano già fallite la Società Consortile e la Ipm, che avevano eseguito i lavori appaltati dalla Forum. Mentre nel dicembre del 2015, aveva chiuso i battenti anche la cooperativa Leale di Roncoferraro. L’operazione dell’ex stazione dei autobus parte nel 2005 quando la Cis di Villafranca si era aggiudicata l’asta dell’area creando una società ad hoc, la Forum Mondadori appunto. La promessa era di realizzare il progetto entro il 2012. I lavori però andarono a rilento anche a causa delle tensioni con il Comune e nel 2014 il cantiere fini con un indebitamento di 37 milioni di euro; un anno dopo l’istituto di credito bocciò infine la richiesta di credito.