Abusi sui figli e altri ragazzini, il teste: “Obbligati a masturbarci”

MANTOVA In più occasioni avrebbe perpetrato abusi sia ai danni dei propri figli che di altri adolescenti, quest’ultimi soliti frequentare in quel periodo casa sua a vario titolo. Circa l’ipotesi di violenza sessuale su minori, un paio di anni fa, era quindi finito a giudizio un 60enne italiano all’epoca dei fatti residente nell’Alto Mantovano e poi emigrato in Germania.
La vicenda a lui ascritta risale ad una dozzina circa di anni fa, quando le presunte vittime erano tutte minorenni. A far scattare le indagini del caso, partire però solo nel 2020, le denunce presentate pressapoco quattro anni prima dalle stesse persone offese. Nello specifico, stando alle contestazioni, l’uomo avrebbe posto in essere tra le mura domestiche molestie e costrizioni di natura sessuale in danno dei figli nonché di altri ragazzini, figli di amici o vicini, oppure da lui allenati a calcio a livello amatoriale.
In particolare si sarebbe trattato perlopiù di palpeggiamenti e toccamenti nelle parti intime, anche se non mancherebbe un’accusa di rapporto sessuale completo sulla cui veridicità si sta dibattendo in sede processuale. Alcune delle accuse a lui mosse inoltre sarebbero già cadute in prescrizione, almeno quelle contestate fino al novembre del 2012. Ieri, innanzi al collegio dei giudici presieduto da Giacomo Forte, l’imputato – difeso dall’avvocato Stefania Magnani – ha rispedito al mittente ogni addebito asserendo, nella propria versione dei fatti, di non aver mai molestato o praticato violenza su nessuno. Ma al contrario, ammettendo candidamente di essere vittima di una mera vendetta dell’ex moglie la quale, sempre secondo il suo racconto, non ricevendo mai da lui nemmeno un centesimo a titolo di assegno familiare, avrebbe così deciso alla fine di aizzare i due figli maschi contro il padre. Di diverso tenore invece la deposizione, in videocollegamento, di una delle cinque parti offese che però, al tempo, non aveva mai provveduto a presentare denuncia-querela ai carabinieri. Stando infatti alle parole del teste – un giovane nordafricano all’epoca di soli 15-16 anni e spesso affidato all’imputato dalla madre quando questa era impegnata al lavoro – gli episodi incriminati si sarebbero ripetuti diverse volte.
«In diverse circostanze a casa sua, alle volte rimasti anche a dormire, io e altri due ragazzi eravamo stati obbligati a spogliarci e a masturbarci davanti a lui. Da noi non si faceva mai toccare ma in talune occasioni ci era pure capitato di essere vittime di rapporti orali da parte sua. Atti sessuali che poi filmava con il telefonino anche se i video non ci erano mai stati mostrati. Costrizioni a cui non potevamo ribellarci per paura – ha proseguito – mai commesse invero alla presenza dei suoi figli ma “estorte” in cambio di regali o cene al ristorante». Prossima udienza il 4 marzo