MANTOVA Coldiretti Mantova approva il bilancio 2018 all’unanimità, con un importante attivo e con il passaggio di proprietà della sede centrale del Boma da cooperativa Coldiretti a Federazione provinciale di Coldiretti Mantova. “Due successi significativi – commenta il presidente Paolo Carra – raggiunti grazie al sostegno dei soci, con i quali continuiamo a portare avanti una politica di attenzione verso l’agricoltura, la filiera e i consumatori, dai quali dipendono molte delle scelte strategiche del futuro”.
L’assemblea annuale, ospitata a Corte Peron, dopo i saluti del sindaco di Marmirolo Paolo Galeotti si traduce in un momento formativo di alto livello. Sotto la lente, il tema dei “Mercati, consumi, tendenze: prospettive per l’agricoltura del domani”.
“Oggi non basta saper produrre bene – dichiara Carra -. Anche in una provincia che produce grandi dop e che esporta, abbiamo bisogno di fare un passo avanti e di adeguarci alle nuove sfide, sapendo che possiamo contare sulla forza di un grande brand: il Made in Italy”.
Coldiretti Mantova, afferma il vicepresidente Fabio Mantovani, “ha approvato un bilancio positivo e questa tranquillità ci permette di compiere scelte ragionate, a vantaggio dei nostri associati”.
Gli imprenditori agricoli lombardi investono in competitività. “Nei primi due bandi della misura 4.1.01 del Programma di sviluppo rurale – annuncia Erminia Comencini, direttore di Coldiretti Mantova – gli agricoltori mantovani hanno assorbito più di un terzo delle risorse, pari a 48 milioni di euro, generando investimenti complessivi per 135 milioni di euro”.
La Lombardia si conferma la prima regione agricola d’Italia. I numeri, illustrati dal direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello, dicono infatti che “le esportazioni lombardo pesano per il 27% dell’export nazionale, con l’agroalimentare che pesa per 7 miliardi e rappresenta il 18% del valore italiano”. Una traiettoria positiva, ma non infallibile. “L’Italia ha perso il 5,2% in volume delle quote di mercato nell’ortofrutta – dice Borriello – e le stime di crescita del Pil italiano sono dello 0,2% appena e la bassa crescita del Paese è alla base di alcune incertezze. Resto ottimista, anche se non possiamo rimanere a guardare”.
Sulla guerra commerciale tra Usa e Cina, Borriello frena: “Se la guerra è confinata tra loro, il nostro Paese potrebbe guadagnare in termini di export”.
L’agricoltura, comunque, non può rimanere ferma. La flessibilità sarà una chiave di volta per consolidare l’impresa agricola nel futuro e a dettare la linea sarà sempre più il consumatore. “La prossima Pac terrà conto del sondaggio pubblico europeo – sostiene il prof. Angelo Frascarelli, economista agrario dell’Università di Perugia – dal quale si evince una forte attenzione all’occupazione, al mercato, alla salute e al benessere animale, alla qualità dei prodotti”.
Il futuro sarà dunque dell’agricoltura smart, “un’agricoltura intelligente, che innova, sostenibile e resiliente, che sa offrire al consumatore quello che cerca e Coldiretti in questi anni si è rivolta al consumatore, cercando un dialogo per poter dare risposte efficaci”.
E Coldiretti mostra di avere a cuore il consumatore di oggi, ma anche quello di domani. Da Mantova, “una delle province più importanti per l’agricoltura”, il presidente nazionale Ettore Prandini annuncia che nelle prossime settimane “Coldiretti siglerà un accordo col ministero dell’Istruzione per poter fare dal prossimo anno scolastico educazione alimentare in tutte le scuole primarie, in modo che i giovani sappiano domani riconoscere qualità e distintività”.
Reduce da un vertice con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Prandini anticipa anche che Coldiretti “sta lavorando per estendere l’obbligo di indicazione dell’origine a tutti i settori, partendo dal comparto suinicolo, in modo da identificare in maniera certa la provenienza della carne contenuta nei salumi”.
In attesa di conoscere la formazione del Parlamento e della Commissione europea dopo le elezioni, Prandini tocca anche il tema della Pac. “Una buona notizia è che gli inglesi non sono ancora del tutto fuori e, dunque, dovranno contribuire al bilancio sulla Pac – spiega – Stiamo dialogando invece con Francia e Spagna sul tema della convergenza, il meccanismo per il quale si tende ad armonizzare i contributi nei vari paesi europei. Stiamo dialogando per una diversa interpretazione del titolo, non tanto sul valore in sé, quanto sulla marginalità che rimane agli agricoltori, dedotti i costi”.