Autobrennero: “La casta mette a rischio il territorio mantovano”

MANTOVA Quel pasticciaccio brutto di via Berlino, a Trento. È quanto paventa l’ex deputato pentastellato Alberto Zolezzi in relazione all’evoluzione problematica della vicenda A22, la cui società Autostrada del Brennero Spa, appunto, lotta per una concessione cinquantennale di non facile rinnovo. A novembre si saprà l’esito della gara, ma per Zolezzi esiste il rischio grosso di penalizzare i territori soci che potrebbero non fruire dei benefìci economici di un project financing che, nel solo mantovano, verrebbe a distribuire qualcosa come 180 milioni.
«Con il piano firmato dal ministro dei trasporti Danilo Toninelli nel 2018 non ci sarebbe stato alcun rischio di perdere la concessione, con l’autostrada A22 che sarebbe diventata un’infrastruttura legata con trasparenza al territorio, con una gestione pubblica. Ora invece – lamenta il pentastellato –, dopo i pasticci del piano proposto dal ministro Giovannini, e dopo che non sono stati liquidati a fine 2022 i soci privati, arriva lo stop alla gara, col conseguente rischio di perdere la concessione per gli attuali soci pubblici, enti locali compresi. È fortissimo pertanto anche il rischio legato a quei 180 milioni per il territorio».
Per l’onorevole Zolezzi, che è rimasto fra i riferimenti pentastellati del mantovano, si è andata insomma ad applicare una “logica di casta”, come denuncia sui propri canali social. «Il rischio è ancóra più forte perché il piano di partecipare alla costruzione di altre autostrade con i fondi dei dividendi (sottinteso dal sindaco di Mantova nel “dovere di riservatezza nei confronti dei piani della società”) era già emerso sulla stampa in riferimento ad arterie come Cispadana, Tibre e forse la stessa Mantova-Cremona. Quel disegno è chiaramente insostenibile da un punto di vista economico e ambientale e farebbe fallire in poco tempo la A22. Ora fra l’altro – prosegue Zolezzi – se il sindaco di Mantova sembra fuori dai giochi, non si può dire lo stesso di un tecnico onnipresente che di progetti autostradali inutili credo sia appassionato. Staremo a vedere: saremmo già a posto per la società, e anche per gli investimenti sul territorio, che sarebbero già “messi a terra”». Insomma, setti anni messi a rischio, conclude Zolezzi: «Qualcuno mi rimprovera quando dico che il M5S è l’unico gruppo politico in Italia: dateci retta almeno quando facciamo proposte rapide e di buon senso. Ad oggi sono stati persi 7 anni».
Frattanto, dalla stampa del nord-est affiora la possibilità che Autobrennero Spa stia ipotizzando di dare vita a una azienda “in house”, tutta composta da enti pubblici, quale formula utile ad accaparrarsi il tanto ambìto mezzo secolo di nuova concessione.