PORTO M.NO – «Non sono a Roma, sono a Porto Mantovano. Oggi l’Italia è Porto Mantovano». Queste le parole che Matteo Salvini avrebbe detto al premier Conte, così come lui stesso, il “capitano”, le ha riferite dal palco di una gremita e blindata piazza Resistenza, dove è giunto in leggero ritardo per sostenere la candidata al ballottaggio di domenica Monica Buoli. Prima del comizio, lunga sfilata di amministratori lumbard, fieri del risultato conseguito domenica 26 maggio. Dopo il comizio, fiumana di persone per immortalarsi in selfie con l’idolo politico del momento. Al quale è bastato poco più di un quarto d’ora per sostenere il settimo comizio del giorno. Un quarto d’ora intenso che ha infiammato il popolo leghista con gli argomenti del giorno. Salvini è passato in rapido glissando dal rapporto con i 5 Stelle di governo alla carrellata dei risultati conseguiti in quest’anno di mandato: quota 100, che è solo l’inizio (l’obiettivo è arrivare a quota 41), un’immigrazione incontrollata ridottasi da 14mila a 1.500 sbarchi annui; e poi la legittimazione della legittima difesa, la sicurezza nelle scuole e nelle case di riposo, e poi numerosi affondi sulla politica ostile dei giornali e soprattutto sui limiti e ritarddi della sinistra, oggi concentrata solo sul passato e sull’attacco dell’avversario politico. Altri progetti sono in cantiere per agevolare forze dell’ordine e di pronto intervento, per ridurre ulteriormente la criminalità (-15% di delitti e -30% di violenze in un anno), per i canili e il rispetto degli animali, e per rendere sicure le spiagge. Il tutto in un mix di battute e di dialoghi a scena aperta con lo strabordante pubblico, prima di congedarsi al grido di “W Porto, W Mantova, W i tortei co la süca, W la sbrisolona”. Da ultimo, l’appuntamento a Cremona per chiudere la giornata.