Belfanti? Un povero ricco. La Finanza gli sequestra 7 milioni

MANTOVA Un povero ricco. Piervittorio Belfanti, noto imprenditore mantovanoattivo nel campo della ristorazione, del commercio degli autoveicoli nonché nel settore immobiliare, nonostante questo turbinio di attività risultava praticamente nullatenente. Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Mantova, ha dato esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Brescia –Sezione Autonoma Misure di Prevenzione –a carico di Belfanti. Si tratta di un sequestro di beni per un valoreo complessivo di 7 milioni di euro tra società, immobili, auto di lusso e pure uno yacht. Il provvedimento trae origine dalla vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto l’imprenditore nel 2017 quando veniva tratto in arresto per il delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa e tributari. Successivamente a tale vicenda le Fiamme Gialle di Mantova intraprendevano complessi accertamenti economico-finanziari corroborati anche dalle risultanze delle indagini riscontrandonel periodo 2002 –2017 una netta sproporzione tra i redditi dichiarati da Belfanti e il suo nucleo familiare convivente rispetto ai beni posseduti dallo stesso anche per interposta persona fisica o giuridica. In definitiva l’imprenditore aveva un tenoredi vita e una disponibilità di beni non compatibile con gli esigui redditi dichiarati tanto da far comprendere che traeva il proprio sostentamento dal profitto di condotte illecite.L’esito delle investigazioni veniva comunicato allaProcura di Brescia che proponeva al Tribunale di Brescia, il sequestro finalizzato a confiscare i beni ottenuti con l’attività illecita. Per questo motivo, dopo un attento esame, la citata Autorità Giudiziaria emetteva un provvedimento urgente di sequestro nell’ambito dei poteri delD.lgs. 159/2011(Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione) ordinando di apprendere le quote e i compendi aziendali di 5 società, tra cui 35 autovetture (anche di lusso), 2 motoveicoli, 23 immobili tra locali commerciali, magazzini e abitazionie24 terreni nonché uno yacht per un valore complessivo stimato di oltre € 7.000.000. L’attività è un ulteriore testimonianza delcostante esinergico impegno della Guardia di Finanzae dell’Autorità Giudiziaria (Procura della Repubblica e Tribunale) finalizzato ad aggredire i patrimoni, soprattutto quelli rilevanti,illecitamente accumulatiattraverso la commissione dei delitti.Le misure di prevenzionepatrimoniale, dapprima con il sequestro e dopo con la definitiva confisca, cercano di riequilibrare l’infiltrazione nel tessuto economico sano di patrimoni o di attività economiche a danno di chi operando nella legalità si trova a fronteggiare una sleale concorrenza di coloro che si avvantaggiano dalla commissione sistematica e continua di delitti tra cui anche quelli di natura fiscale o “predatoria”.Ora i beni sono stati affidati alla temporanea gestione di un amministratore giudiziario, che agendo sotto la direzione dello stesso Tribunale potrà assicurare la conservazione dei beni aziendali in attesa delle successive decisioni.