Caso oncologia, testimone in aula una delle accusatrici del primario

tribunale di mantova

MANTOVA – Con l’escussione di altri testimoni della pubblica accusa è proseguita ieri, la fase dibattimentale del processo instaurato a carico del primario del reparto di oncologia del Carlo Poma Maurizio Cantore, 62 anni, del suo vice Roberto Barbieri, 53 anni di Parma e delle oncologhe Carla Rabbi, 61 anni, e Maria Donatella Zamagni, 64 anni (una quinta, Roberta Gaiardoni, 44 anni, era stata giudicata e assolta con rito abbreviato in separata sede per non aver commesso il fatto). A loro sono contestati a vario titolo i reati di omicidio colposo, lesioni aggravate con l’ipotesi di procedure diagnostiche e terapeutiche inadeguate, falso in atto pubblico e violazione delle norme sulla privacy. Nei loro confronti la procura aveva individuato precise responsabilità – ancora tutte da dimostrare in sede processuale – e relative alla morte o alle lesioni arrecate a tre pazienti, poi saliti in un secondo momento a quattro. All’incirca due anni fa gli inquirenti avevano proposto la chiusura di 28 delle 31 cartelle cliniche esaminate, con contestuale notifica agli indagati dell’avviso di chiusura delle indagini. Le cartelle prese in esame si riferivano al periodo da febbraio 2014 a febbraio 2017. E proprio sulla disamina di dette cartelle si è basata la seduta di ieri. L’inchiesta aveva preso il via dalle segnalazioni di due oncologhe, Francesca Adami e Beatrice Pisanelli, in un primo momento allontanate dal reparto perché in disaccordo col primario riguardo alle terapie adottate su una parte dei pazienti. Le dottoresse contestavano infatti ai colleghi il mancato utilizzo di farmaci mirati e di ultima generazione al posto di terapie regionali. Il sospetto era quello che potessero essere state scelte modalità meno efficaci ma con basso costo per l’azienda ospedaliera a fronte di un sostanzioso rimborso dalla Regione. E proprio la Pisanelli, teste principale in quest’ultima udienza, ha dichiarato davanti al giudice Giovanna Camillo come le decisioni circa le terapie da somministrare ai pazienti fossero prese direttamente dal primario Cantore e non collegialmente. Il prossimo 15 giugno toccherà quindi ai consulenti delle difese deporre in aula.