Festa del papà: «Le imprese gestite da padri e figli/e sono un valore, ma resta difficile il passaggio generazionale»

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MANTOVA Padri e figli/e in azienda agricola tra valore, limiti e necessità. In attesa della Festa del Papà di domani, mercoledì 19 marzo, arriva la riflessione di Confagricoltura Mantova su aziende agricole a gestione famigliare e passaggio generazionale nel primo settore.

Passaggio generazionale che resta complesso. Secondo i dati della Camera di Commercio, infatti, le imprese agricole mantovane il cui controllo e proprietà sono detenute in prevalenza (sopra il 50%) da under 35 sono soltanto 297 su un totale di 6.819: appena il 4,4%.

Particolarmente impressionante il dato anagrafico dei titolari unici e dei soci delle imprese agricole mantovane: gli agricoltori giovanissimi (dai 18 ai 29 anni) che hanno un ruolo imprenditoriale sono solo 263, quelli tra 30 e 49 anni sono 2.182, mentre la stragrande maggioranza è over 50 con 5.134 titolari o soci tra 50 e 69 anni e addirittura 3.114 over 70.

«Poter imparare dai propri genitori, in agricoltura, è un valore enorme. Ci permette di portare novità e innovazioni in azienda, ma contando su basi solide. Ci dà un buon punto di partenza che altrimenti, per un giovane che deve partire da zero, sarebbe quasi impossibile. Sull’altro piatto della bilancia, però, c’è difficoltà nel ricambio generazionale, per fattori culturali e di sostenibilità economica» afferma il vicepresidente di Anga Mantova, l’associazione dei giovani agricoltori di Confagricoltura Mantova, Edoardo Gibelli.

Ma c’è soprattutto l’aspetto economico: «Per un giovane, avviare la sua impresa da zero, senza un background famigliare, è praticamente impossibile», conferma Edoardo Gibelli, che recentemente è subentrato all’attività del padre e ora conduce l’azienda unipersonale che porta il suo nome e che produce cereali e orticole a Canedole. «I costi sono altissimi – conclude – Ci sono strumenti utili come i bandi di Regione Lombardia, sia per l’avvio di una nuova attività che per l’ingresso nell’azienda di famiglia. Ma il problema resta, anche e soprattutto perché in molti settori agricoli, come il nostro, la remunerazione della produzione è bassa, mentre i costi ormai si sono alzati ovunque».

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