Fontana: “La Lombardia sta reagendo con grande spirito e grande forza”

Il governatore della Lombardia  Attilio Fontana fa il punto della situazione abbracciando i temi caldi del momento relativamente alla gestione della pandemia. Con il governatore abbiamo quindi parlato di sanità ai tempi del Covid, di Mantova e dell’eccellenza Carlo Poma, del futuro e degli investimenti effettuati dalla Regione, ma anche della speranza che questo momento possa al più presto essere messo alle spalle.

Governatore, la nuova ondata sta mettendo sotto pressione gli ospedali. La loro gestione ricalcherà quella della primavera scorsa oppure verranno prese decisioni diverse?

“Si è proceduto a soluzioni diverse e complementari per fronteggiare l’emergenza, che evidentemente non era stato possibile mettere in campo la primavera scorsa, sia per le terapie intensive che al fine di potenziare lo screening dei malati Covid e l’erogazione delle cure domiciliari. Uno per tutti, il modello dell’Ospedale in Fiera di Milano, dove sono state già attivate sino a 80 nuove postazioni di terapia intensiva. E poi la riapertura del presidio della Fiera di Bergamo, con una capacità di gestione sino a 48 TI. Di cui ventiquattro gestite dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII e altre ventiquattro dagli Spedali Civili di Brescia, con personale medico e infermieristico proveniente da tutti gli ospedali pubblici e privati delle province di Bergamo, Brescia e Mantova. Una riattivazione dei posti di terapia intensiva che è stata realizzata grazie a un lavoro di squadra, coordinato dalla cabina di regia regionale. Poi vale la pena sottolineare il risultato raggiunto con la predisposizione di linee guida uniformi, elaborate dal CTS regionale, per la somministrazione delle terapie domiciliari al fine di rendere omogeneo il livello delle cure e dell’assistenza sul territorio sia per la somministrazione di farmaci che per l’ossigeno terapia e l’opportunità del ricovero ospedaliero. Per quanto attiene al capitolo screening, sottolineo l’apertura del Centro Diagnostico Territoriale Covid di Cologno Monzese, il primo percorso ambulatoriale gratuito, in area milanese, dedicato ai pazienti con sintomi sospetti per COVID 19 per garantire l’effettuazione di tutti gli esami necessari per una corretta e tempestiva diagnosi. Oltre all’apertura, grazie al prezioso contributo dell’Esercito e della Protezione civile, il 13 novembre, del Drive Through più grande d’Italia, per alleggerire il carico sugli ospedali, presso il Parco di Trenno (via Novara) a Milano per eseguire tamponi rapidi ed eventuale test molecolare.

Il sindaco di Mantova, unitamente ad altri sindaci lombardi, ha scritto a lei e al ministro per una maggiore chiarezza sul perché della zona rossa nei loro territori.

“Con i sindaci dei Comuni capoluoghi abbiamo poi deciso di continuare questa nostra battaglia in maniera unitaria e quindi di non fare richieste di differenziazione territoriali. L’esame dei dati conferma infatti come l’epidemia, in questo momento, stia assumendo un comportamento unitario”.

I sacrifici di marzo/aprile sono evaporati nel giro di un’estate, ritiene che questa nuova chiusura possa in qualche modo portare ad una stabilizzazione oppure si tratta di un palliativo?

“I provvedimenti adottati nelle scorse settimane stanno producendo i loro effetti, gli indici stanno progressivamente migliorando, ma questo miglioramento deve ancora produrre i suoi effetti determinanti sul sistema ospedaliero e in particolare sulle terapie intensive. Questa nuova chiusura non è pertanto un palliativo ma occorre cautela per non vanificare i sacrifici fatti sino a qui. Alla fine di questa settimana, se tale tendenza proseguirà, faremo insieme una nuova valutazione e un’eventuale verifica con il Governo su tempi e modi di possibili allentamenti”.

Il Piano Lombardia verrà ulteriormente ritoccato alla luce di questo nuovo brusco stop alle attività?
“Il Piano Lombardia, che per la prima parte di stanziamenti, ossia la tranche da 400 milioni destina al territorio mantovano 20,3 milioni di euro, di cui 16,9 milioni di euro ai Comuni e 3,4 alla Provincia, non prevede ritocchi dato che i contributi stanziati non sono fondi a pioggia ma contributi concreti per interventi che sono frutto di una strategia definita e condivisa con i singoli territori e fanno seguito agli incontri puntuali che si sono tenuti in occasione dei Tavoli territoriali, con la platea degli stakeholder di ogni provincia lombarda. I 16,9 milioni di euro destinati ai Comuni saranno suddivisi tra interventi per la messa in sicurezza di edifici scolastici, di edifici pubblici e strade; oltre a interventi contro il dissesto idrogeologico, a favore della mobilità sostenibile e per l’adeguamento energetico degli edifici di proprietà pubblica. Regione Lombardia inoltre ha messo a disposizione risorse per portare a conclusione infrastrutture che da anni il territorio attende tra queste, la Pope (Poggio Rusco – Pegognaga), la Gronda nord di Viadana e la tangenziale di Goito che, da sola, cuba 130 milioni di euro. Fondi che sarebbero dovuti arrivare dal Governo come opera compensativa prevista con la realizzazione dell’autostrada Tibre (Tirreno-Brennero) e che invece mette a disposizione Regione Lombardia. Tuttavia, sul fronte economico, alla luce di questo nuovo brusco stop alle attività produttive, abbiamo voluto ulteriormente aiutare tutte quelle aziende (e quei lavoratori) esclusi dai ristori del Governo. Sto parlando di un impianto di interventi organico e integrativo rispetto alle misure statali, del valore di 167 milioni di euro, per sostenere le imprese e le microimprese in una logica di filiera. Un aiuto a chi si trova in difficoltà a causa della pandemia, altra iniezione di liquidità che viene immessa subito nel sistema”.