Gli “aiuti” al commercio partono con un aumento delle imposte

MANTOVA Quasi nascosta nelle pieghe del bilancio previsionale 2023 è la voce relativa alle entrate dai plateatici. Parliamo di quella imposta comunale che prima si chiamava Cosap, detta altresì “la tassa sull’ombra”, e che oggi si chiama Cup, acronimo di Canone unico patrimoniale. Ebbene, nel documento economico programmatore del Comune per l’anno in corso tale canone è stato stimato dall’amministrazione con una previsione di entrate di 2.950.000 euro, a fronte dei 2 milioni e 700mila euro dello scorso anno. Cioè, 250mila euro di aumento per gli esercizi commerciali, che invece erano stati garantiti di nessun incremento in termini di gravami fiscali o di ulteriori imposte dall’ente.
L’Ica Tributi, concessionaria di via Roma, non se l’è fatta ripetere due volte, e già è passata alla fase delle riscossioni con gli esercenti che si sono visti aumentati il canone, malgrado le rassicurazioni fatte dagli stessi amministratori dopo i vari incontri con le rappresentanze di categoria. Secondo stime non del tutto approssimative, pare che si sia arrivati a computare i plateatici del centro circa 74,51 euro al metro quadrato. Il tutto col benestare della giunta comunale che ha approvato i coefficienti di maggiorazione nelle fasi propedeutiche al varo della manovra economica legata al bilancio previsionale.
Non sono mancate, con l’arrivo delle prime cartelle dell’Ica, anche le prime telefonate all’assessorato al commercio, dove però la risposta canonica riferita dall’assessore Iacopo Rebecchi è sempre stata commisurata alle necessità di adeguamento all’andamento del valore del denaro: insomma, l’aumento c’è stato, è vero, ma in base ai coefficienti Istat, dicono dal Comune, e non certo per un capriccio di questa amministrazione. Versione accolta dalle fazioni filo-Palazzi ma assolutamente avversata da chi ritiene che sia facoltà della giunta applicare o meno gli adeguamenti dell’Istat.