Guidesi: ““Salute e lavoro devono andare di pari passo”

MANTOVA Da un mese, il  Guido Guidesi, lodigiano di San Rocco, 39 anni, è assessore regionale allo sviluppo economico, con competenza su Industria, imprese e artigianato, Commercio, terziario e fiere, Export, Internazionalizzazione delle imprese. E’ lui a tracciare un bilancio della provincia mantovana in piena pandemia.
 Il settore-moda tessile, uno dei più importanti per la provincia di Mantova con le su quasi mille imprese e più di 11 mila addetti, nel 2020 anche a causa dell’emergenza sanitaria, ha registrato un calo di fatturato oscillante tra il 30 e il 40% con un tasso di disoccupazione del 30%. Quali sono le misure mirate di Regione Lombardia intraprese nell’immediato e quali quelle future?
 ”Dobbiamo affrontare la situazione con strumenti che vadano incontro alle singole esigenze di settore o fliere, è altresi evidente che abbiamo bisogno di politiche attive nuove e funzionali, nell’ultimo anno l’unica novità da questo punto di vista è il ”contratto di espansione” entrato in legge di bilancio grazie ad un emendamento proposto dalla Lega all’opposizione. Se ragioniamo in termini settoriali e di filiera come è giusto che sia, noi faremo la nostra parte, abbiamo alcuni strumenti già attivi: dagli investimenti, al credito, all’innovazione. Ciò non basta perchè la vera rivoluzione starà nel mettere a disposizione delle imprese, cioè del lavoro, strumenti snelli e efficaci che non indichino agli imprenditori la strada da intraprendere ma sostengono le strade da loro scelte. Vede se noi la partita la giochiamo come una alleanza tra l’ingegno dei nostri imprenditori, la qualità dei nostri lavoratori ed il sostegno della regione possiamo farcela e tornare ad essere uno dei motori d’Europa. il settore di cui parliamo sconta anche una sleale concorrenza che non può essere più consentita, nessuno mette in discussione il mercato ma dobbiamo difenderci da aggressioni fuori dalle regole. In ogni caso la sfida nostra ci vedrà protagonisti su 5 grandi filoni: filiere, attrattività, internazionalizzazione, formazione e giovani. La prima sfida però è quella della vaccinazione, più saremo veloci più sarà veloce la ripresa economica, è evidente che questo dipenda dalla dotazione per cui speriamo di avere un governo più efficace più collaborativo e più corretto istituzionalmente. Noi intanto abbiamo messo in campo tutta la rete di Regione Lombardia compresa la possibilità per le aziende di poter utilizzare i medici del lavoro perchè oggi per chi commercia su mercati internazionali il parametro più richiesto è quello ”covid free””.

 Uno dei settori che maggiormente è stato colpito dall’emergenza Covid è sicuramente quello della ristorazione. La chiusura ad oltranza prima e il divieto di tenere aperto alla sera poi ha messo in ginocchio centinaia di imprenditori. Come intende muoversi Regione Lombardia anche nei confronti del governo visto che i dpcm sono di competenza di quest’ultimo?
“Qualsiasi attività chiusa, anche se con start e stop, da un anno diventa insostenibile dal punto di vista economico. La tutela della salute deve andare di pari passo con la tutela del lavoro. C’è un protocollo sanitario che funziona di giorno, mettiamolo in atto anche alla sera consentendo a questa attività di fare l’unica cosa che chiedono: lavorare. Poi se qualcuno sgarra va punito severamente ma non è che se io giro senza patente oggi, da domani a tutti viene vietato l’uso dell’auto. Noi abbiamo già scritto, già portato la questione al tavolo con il governo, la decisione spetta a loro, basta buon senso, solo buon senso”.
 Uno dei settori strategici anche per la provincia di Mantova è quello delle Fiere, settore in effetti abbandonato dallo Stato. Molte sono le persone che lavorano in questo specifico ambito e che da mesi non possono contare su un introito economico sicuro. Sono stati previsti aiuti o messi in campo progetti?
“Pensi che manca un decreto attuativo da sette mesi che riguarda un credito d’imposta per il settore, il governo scorso non lo ha emanato. Noi intanto faremo partire un bando per sostenere la ripresa degli eventi. Non dimentichiamoci che il problema non riguarda solo gli enti ma anche la filiera: gli allestitori per esempio sono troppo spesso dimenticati. Diciamoci anche che nel futuro non potremo più ragionare in maniera campanilistica o a comparti stagni perchè non possiamo permetterci che lo stesso settore sia esposto in due o più fiere diverse della Lombardia, bisognerà confrontarsi, specializzarci e accompagnare anche i nuovi sistemi espositivi conseguenti alla pandemia. in Lombardia dobbiamo competere con l’esterno non al nostro interno se vogliamo darci una mano dovremo fare squadra e lo faremo”.
Giorni fa in consiglio regionale è stata bocciata la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione nei confronti del presidente Fontana e della sua giunta. Alla luce del momento storico che la Lombardia sta vivendo sia sul piano economico che politico, c’è qualcosa che sarebbe potuto essere fatto di diverso rispetto all’emergenza? O tutto quello che è stato messo in campo o che sarà, evidentemente per quanto riguarda l’assessorato che le compete, è sufficiente per superare la crisi?
“Non sono solito guardare a ciò che è stato, io sono stato chiamato a questa sfida, mi sono dimesso dal parlamento, lavoro con grande entusiasmo. Ho l’onore, l’onere e l’orgoglio di servire la mia regione e la mia comunità. Assicuro idee e lavoro, non ho tempo di fare valutazioni, voglio cercare di mettere a disposizione del mondo produttivo l’istituzione regionale con un unico obiettivo: quello dell’occupazione e dell’indotto. e siccome il lavoro lo creano le impresa io sarò un loro alleato”.