L’Occaso: “È più facile fare mostre di arte contemporanea o attaccare quadri a parete, che far partire cantieri“

MANTOVA Nominato a novembre 2020. Scadrà a ottobre 2024. A che punto con il suo piano programmatico?

“Direi di avere ampiamente superato le aspettative: in due anni o poco più abbiamo riesumato dalla tomba tutti gli appalti che sembravano già persi. Abbiamo impegnato tutte le risorse e ottenute altre aggiuntive, che pure erano già in cantiere. I lavori sono partiti e miracolosamente siamo nei tempi rispetto ai piani di spesa rispetto ai finanziamenti europei aggiudicati negli anni. Inoltre abbiamo avviato altri interventi extra, tra preventivati e “sorprese alla comunità”, che rendono Palazzo Ducale uno slalom tra ponteggi e cantieri che significa mettere al sicuro la struttura, garantirne la conservazione e una nuova fruizione in futuro”. 

Come vede Palazzo Ducale, per il futuro?
“Vedo il Palazzo come una corazzata perché non soltanto avremo la garanzia di poter aprire le parti restaurate, consolidate con interventi antisismici e altro, ma avremo la possibilità di aprire altre aree del Palazzo che non sono mai state visitabili: salone dell’Armenia, il Casino delle guardie nobili, le torri del castello e le parti sommitali per godere della vista panoramica della città. Stiamo preparando il Palazzo per una fruizione a 360 gradi. Tutto questo si scontra con una carenza di organico: il personale ad oggi è molto poco e attualmente non sarebbe sufficiente per garantire l’apertura delle parti che stiamo restaurando. Spero che dal Ministero arrivi un concreto aiuto per risolvere un problema che per il momento abbiamo tamponato con appalti esterni, ma ci piacerebbe puntare esclusivamente su personale interno”.

È una garanzia?
“Sì. Anche per il personale stesso. È una garanzia e tutela per il lavoratore. Che, ad oggi, visti i contratti collettivi previsti, ricevono un determinato tipo di trattamento che invece, contrattualizzato dallo Stato, potrebbe godere di tutt’altre garanzie e quindi avere una prospettiva per il futuro, determinate condizioni di sicurezza e tutela che garantiscono di vivere e lavorare con serenità”. 

E parliamo di 35.000 metri quadri di museo…
“Che includono tutti i piani terra che servono da deposito, gli uffici, le soffitte, spazi che non saranno mai visitabili e non servirebbe aprire al pubblico perché non monumentali: non abbiamo camere degli sposi “nascoste”. Certo che, anche adesso, con un percorso relativamente ridotto, il pubblico esce esausto e questa è la ragione del perché cerchiamo di garantire una rotazione dell’offerta culturale”.

Palazzo Ducale è una creatura “viva”?
“È una piccola città. Non dico che mi senta un “sindaco” di Piazza Castello, ma certamente la gestione riguarda tanti aspetti: l’accessibilità, il restauro, la manutenzione quotidiana, la riconcia dei tetti a causa della grandinata (recentemente, sei finestre rotte e una serie di coppi spostati) la viabilità stessa, l’interazione con le parti commerciali della città, perché sappiamo che se il Palazzo è aperto, fa da volano all’economia cittadina. C’è un aspetto naturalistico e di gestione delle acque (ad esempio, il fossato, nel quale stiamo intervenendo per garantirne la pulizia, sia regolarizzato e un luogo pulito) e di tutela delle specie animali: dobbiamo avere attenzioni per la colonia di chirotteri sotto il fossato, ai rondoni che vengono a nidificare in un determinato periodo dell’anno. Non siamo davanti ad una pinacoteca o una sala espositiva, e questo lo rende attraente: il pubblico sa che tornando potrà fruire di offerte sempre diverse”. 

Manca ancora il punto ristorazione…
“Sono andati deserti due bandi in passato, credo per un errore di calcolo rispetto ai costi/benefici del possibile concessionario. Un progetto c’è, riguarda la vecchia taverna di Santa Barbara, uno spazio “dehor” che però va abbinata anche ad un bar interno. Confesso che questo progetto l’ho messo in cantina perché la quantità di cantieri e appalti rendono difficile di far partire un bando di concessione su questo fronte. Sono costretto a rimandare il tema ad un eventuale secondo mandato. L’apertura del museo dell’8/900 con accesso da piazza Santa Barbara potrebbe essere un motivo di eccezionale interesse per l’apertura di un ristorante e avrebbero la funzione di rivitalizzare queste piazze, non vissute solo come luogo di passaggio, ma come luoghi in cui la cittadinanza può abitare e vivere quotidianamente. Spazi bellissimi per la comunità”.
Prima Grechetto, adesso Lorenzo Costa: manovre per farlo diventare un museo di prima fascia?
“La differenza tra prima e seconda fascia, qualche anno fa, era anche nel gettone che il Ministero dava annualmente per la gestione. Ora, i criteri per la ripartizione del gettone sono diversi: sono state inserite altre valutazioni. La principale distinzione è lo stipendio del dirigente. Io credo che Palazzo Ducale sia sempre di prima fascia: guardando il bilancio di altri istituti, già nel “primo gradino del podio”, non siamo da meno. Più che questa medaglia, desidererei avere più organico e gli strumenti per gestire adeguatamente una struttura di questa importanza: con l’organico, sia tecnico, che di personale di museo attuale, dobbiamo fare tutti i giorni i conti con l’amara realtà”. 

Il museo è già ad autonomia speciale…
“Si, è stato uno dei primi venti dell’ondata della riforma Franceschini. E questo riconoscimento rispecchia gli sforzi fatti dalla direzione a cavallo del 2014. Ora diventano una sessantina: l’elenco mi sembra eterogeneo, di diversa natura, forza e struttura. Credo possa essere una sfida anche per i musei neonati. Forse bisognerà arrivare ad un’ulteriore riconoscimento del museo di Mantova che non ha nulla ad invidiare a quelli di prima fascia”. 

Autonomia, vuol dire bilancio…
“Sì, ma non solo. È un tema complesso. La riforma Franceschini nel bene o nel male (ma direi più nel bene) ha segnato un’epoca nel sistema museale italiano: una forma di responsabilizzazione, che significa far quadrare i conti ma avere anche la possibilità di investire sulla struttura. Mostre, eventi, cocktail ecc. lasciando l’impronta del mandato gestionale sulla struttura. Il nostro è un bilancio molto sano, il Ministero contribuisce con un gettone, ma soprattutto con gli stipendi del personale. Io dico che per fortuna l’autonomia è parziale: se dovessimo gestire tutto con l’introito della bigliettazzione, dovremmo attuare delle politiche poco piacevoli per la comunità e turisti”.

E’ stagione di cantieri: parliamone
“I cantieri sono tanti e sulla mappa (vedi foto) non risultano alcuni già chiusi. Ad esempio alcuni prospetti esterni, passati alla chetichella, come ad esempio in piazza Paccagnini dove siamo intervenuti sugli aspetti del cortile d’onore, restaurato tutto il prospetto sulla galleria degli specchi; il prospetto verso piazza Sordello sul fronte esterno del giardino pensile; il restauro della “rustica”, senza tralasciare gli uffici… un necessario lavoro di rifunzionalizzazione degli uffici, condividendo gli spazi con la Soprintendenza. Galleria dei mesi, intradosso ed extradosso della volta, spazio di Giulio Romano che era stato riaperto al pubblico nonostante i danni del terremoto. Ho preferito optare per altra soluzione: un intervento strutturale, antisismico e restauro delle superfici… che poi che era stato completamente sottovalutato il problema, neanche messo in programmazione per i lavori, e infatti i soldi per questi lavori sono stati presi esclusivamente dal bilancio d’istituto, quasi 300.000 euro. Quando abbiamo messo mano al manufatto, abbiamo ringraziato il cielo di essercene occupati, perché c’erano lesioni passanti sulla volta (cosa che mi era già chiaro ai tempi successivi il terremoto del 2012). Ponticello di San Giorgio: rifatto. Ora, perfettamente pulito (e a norma), adesso può diventare un ulteriore percorso di visita per arrivare al castello. Il cantiere più importante (4.500.000 euro) Il salone dell’Armenia del Palazzo del Capitano, (per il quale è stata costruita la gru in piazza Lega Lombarda): circa due anni di lavoro di miglioramento sismico. Purtroppo l’aumento dei prezzi, fa si che il quadro economico non sia sufficiente a completare del tutto l’intervento: si privilegia le parti strutturali ma rimangono fuori gli infissi, l’impiantistica per la quale ci vorrà un finanziamento aggiuntivo. L’aver tenuto “in frigorifero” questi soldi (finanziamenti ottenuti dal 2016/2014) fino al 2020, fa si che il potere economico sia scemato del 20/30/40%. C’è da considerare anche il tema di accessibilità, che stiamo considerando con la Soprintendenza, ma confidiamo di poter trovare una soluzione. Il Pnrr è infatti intitolato “accessibilità e abbattimento delle barriere architettoniche”. Al piano terreno, abbiamo ricevuto un finanziamento recente, per la cosiddetta “galleria”, che diventerà in futuro l’accesso del museo e così non avemmo più la coda in piazza ma sempre sotto il portico e il pubblico entrerà dal voltone di Piazza Lega Lombarda dove avremo spazi di bookshop, biglietteria e guardaroba per poi accedere al piano nobile dell’appartamento di Guastalla e iniziare la visita dalla dal Medioevo (e non dal Barocco), con possibilità di arrivare anche al salone dell’armeria. Giardino dei semplici: un progetto con finanziamento europeo del 2016 e dove rischiavamo di perdere i soldi che siamo riusciti in extremis ad aggiudicarsi: miglioramento strutturale, sismico ma anche accessibilità perché ci sarà un ascensore che collegherà rustica, cortile rimesse e giardino dei semplici. Anche in questo caso i soldi non bastano più (650.000 euro) e la percentuale aggiuntiva potrà essere sostenuta con fondi interni. Cortile Cavallerizza e prospetti verso lago : siamo a buon punto, sono contentissimo del lavoro fatto, il recupero delle policromie del cortile cavallerizza è molto importante ed è filologicamente importante perché consente di capire meglio la genesi e stratigrafia di questo spazio. Loggia Eleonora fino alla Rustica e prospetto appartamento grande di Castello. dove abbiamo già operato ma torneranno i ponteggi (2.750.000 euro) tutto il blocco che va dall’ingresso di piazza castello fino al l’appartamento grande, c’è stato miglioramento sismico e miglioramento delle superfici. Cortile dei cani e rampa di uscita della sala di Manto: (600.000 euro) siamo in fase di realizzazione dell’esecutivo e per i lavori dovremmo operare separatamente. La sala di Manto, da settembre dell’anno prossimo, tornerà ad essere la nostra sala concerti, conferenze. Il castello: si sta completando l’intervento di consolidamento architettonico delle tre torri, dobbiamo ricordare che subito dopo il terremoto del 2012 fu fatto intervento solo sulla nord est. Adesso è in fase di conclusione. Ricordo che in questo caso il finanziamento è del 2014: stiamo per festeggiare il decennale e dovevano essere interventi d’urgenza. Siamo partiti nel 2020 e grazie a Dio non ci sono stati altri terremoti. Se ci fossero stati, ci staremmo mangiando le mani per quello che avremmo perso”. 

Perché non sono stati usati subito i finanziamenti?
“Perché è più facile fare mostre di arte contemporanea, o attaccare quadri a parete, che far partire cantieri su cui gravano possibili ricorsi, su cui c’è litigiosità spaventosa e su cui ti porti dietro una quantità di problemi enorme. Solo pensare di gestire il percorso di visita con i cantieri, è un disastro. Qualcuno può pensare di mettere in curriculum quaranta mostre, e qualcun altro penserà al benessere della struttura”. 

Continuiamo…
“Siamo partiti anche con il finanziamento per il consolidamento e miglioramento fisico del castello. Oramai le torri sono tutte cerchiate e messe in sicurezza. Rischiamo di perdere il secondo lotto, (315.000 euro) ma siamo partiti anche con quelli e spero entro l’anno di far partire i lavori degli ambienti delle carceri dei martiri di Belfiore, testimonianza della nostra storia. Spazi commoventi. L’impiantistica di sicurezza del museo, (1.800.00 mila euro) telecamere ad alta definizione in tutto il museo. Casino guardie nobili: due lotti distinti, piano terra a buon punto, diventerà la nuova sede della Società per il Palazzo Ducale e gli appartamenti per gli “artists in residence” a Mantova. A seguire un progetto monumentale di restaurazione del Volto D’Annunzio e prospetto Casino guardie nobili verso Castello. (600.000 euro) Museo archeologico: revisione allestimento per la parte preistorica e protostorica. Cortile otto facce: spazio meno strategico, ci permettiamo un minimo di lungaggine. Idem per intervento di una stecca del cortile delle rimesse e sistemazione dei depositi di castello”. 

Una curiosità: adesso il Palazzo ha cambiato faccia. C’è una diversità cromatica arrivando dal ponte di San Giorgio.
“In realtà c’è continuità cromatica, perchè abbiamo recuperato l’intonaco che c’era già. E mantenuto il mattone dove fosse presente. Una scelta rigorosa dal punto di vista filologico (restaurato e mantenuto quello che c’era) e integreremo il progetto con una proiezione sulla facciata per rendere visibile le membrature architettoniche del volume, che erano dipinte. E che sono perdute da tanto tempo”. 

Il prospetto verso lago era dipinto?
“Era tutto dipinto. L’idea è di proiettare questa ricostruzione, la sera, sulla facciata. Perché fingere un’integrità di intonaco che non c’è; inoltre, con l’effetto, pessimo, di avere un’intonacatura continua da “villetta a schiera”. L’intonaco ora è disossato, eroso dalle acque, dal sole e mantiene le tracce delle incisioni. Ma il palazzo era dipinto. Come la città. Come si può notare in alcuni punti del capoluogo. Spesso dipinti da artisti straordinari: erano decorazioni che supplivano della mancanza di materiali nobili ed erano anche superfici di “sacrificio”, facilmente rinnovabili nel tempo, per proteggere il mattone. A Palazzo ne abbiamo tracce nei sotto gronda, sull’esterno della rustica e cortile cavalleria. E abbiamo anche delle fonti divertenti, come l’arrivo di Margherita Paleologa, nel 1530, dove il castello fu ridipinto e il cardinale Ercole Gonzaga scrive dicendo che sembra la “ Cantelma imbellettata”, una signora “agée” della corte gonzaghesca. E capiamo come ci fosse l’uso di ridipingere gli esterni per presentarlo nel migliore di modi per l’arrivo di personaggi importanti”. 

Cantieri ma non solo: gli allestimenti?
“La sala delle armi, restaurata e riaperta al pubblico con arazzo di Giulio Romano e allestimento di monete e medaglie… che sono anche tra le acquisizioni nuove. In questo mio mandato, l’arazzo è arrivato a dicembre 2020, il Grechetto, il disegno di Lorenzo Costa, sculture del 1300, le stampe acquisite, le donazioni che sono state importanti e tanto altro. Ma non solo. È notizia recente che il Ministero ci potrebbe acquisire uno Schivenoglia profano. A questo, il pian terreno di Castello è in fase di progettazione. La sala dell’appartamento di Troia è stata risistemata. La Galleria dei mesi, risistemata, con aggiunta degli angeli di terracotta del Pallago. La Galleria Metamorfosi, restaurata. L’Appartamento Ducale è in fase di restauro. Nella Sala degli Arcieri, piccolo ritocco sul lavoro fatto da Assman. Sala Pisanello, appena riallestite in occasione della mostra. Mentre Alcova e ambiente attiguo verranno risistemate. Nell’Appartamento degli arazzi, rivisto sistema illuminotecnico e allestimento e abbiamo restaurato anche il letto napoleonico, ristabilito nella sala dello zodiaco. E tanto altro, tra cui anche un progetto per la rete idranti a tutela dell’edificio”. 

Un nuovo palazzo Ducale?
“Sì. E il problema sarà riuscire a tenerlo tutto aperto. Ho in mente anche un progetto per gli esterni, su quello che risultava essere il vecchio teatro di corte, demolito nel 1899. Il luogo sul quale, forse, risultava essere la Ca’ Zoiosa di Vittorino Da Feltre. (600 anni, quest’anno, dalla sua fondazione, nel 1423)”. 

Un impegno economico attorno a…?
“Ai venti milioni di euro. Con procedure amministrative faticose, e ringrazio il nostro team. E parliamo di cifre congrue all’edificio: il Ducale ha un bilancio annuale di circa 20 mln di euro”. 

Una nuovo turismo?
“Palazzo Ducale (e anche Palazzo Te) stanno facendo l’impossibile per migliorare le condizioni turistiche a Mantova, un processo che per il Ducale è iniziato con Assmann e con l’autonomia. Ma la città non potrà avere la crescita esponenziale che molti si augurano finché non ci saranno le infrastrutture… e  se i servizi non vanno di pari passo con l’aumento degli investimenti da parte pubblica. Stato e Comune stanno investendo, ma tutto il resto deve venire dietro”. 

Rubens?
“È un trittico, come la pala della Trinità, la collaborazione con Palazzo Te e Galleria Borghese. Sarà un momento per noi di riflessione riguardo la pala del pittore fiammingo: provenienza, allestimento e apparati didattici che possono accompagnare l’opera. Prevediamo un monitor per far apprezzare gli altri frammenti dell’opera, sparsi in giro per il mondo. Inoltre, per il futuro, prevediamo un tentativo di ricostruzione virtuale del contesto nel quale era il trittico di Rubens. Mi piacerebbe far comprendere come si collocasse nel contesto architettonico”. 

Palazzo Ducale è una città nella città. Come sostenerlo?
“Amarlo, rispettarlo ed evitare atti vandalici. Diffondere anche tramite passa-parola delle bellezze del palazzo, una formula in cui credo. Ma anche tramite l’abbonamento al museo, uno “scambio di anelli” simbolico (e sono due: l’abbonamento “Amico di Palazzo Ducale”, 19 euro, con ingressi illimitati della durata di 365 giorni dalla data di acquisto o “ Mecenate Ducale”, 89 euro, ingressi illimitati e anche altri vantaggi ndr), ma le formule sono infinte: il sostegno della società per il palazzo ducale, sponsorizzazioni (anche di restauri di opere), donazioni… Palazzo Ducale vuole essere lo specchio della città, un’enciclopedia della città. E stiamo pensando anche di ampliare l’allestimento con ambiti e settori poco curati: armi antiche, monete e medaglie e anche stoffe per far capire la vita di corte”. 

L’anno prossimo sarà l’anno di Isabella D’Este…
“Esatto. Stiamo ragionando con alcuni musei prestatori per garantire alcune opere di alta qualità che dovrebbero costituire la base del progetto espositivo”.