MANTOVA Mantova A distanza di quasi nove anni esatti dal mega blitz delle forze dell’ordine, si chiude definitivamente la vicenda legata alla lottizzazione abusiva in zona Trincerone. A scrivere la parola fine su questa annosa vicenda, che aveva visto due anni dopo 5 persone finire nel registro degli indagati per reati in materia edilizia, è stata la Corte d’Appello di Brescia che di recente, a fronte altresì della scure della prescrizione su dette contestazioni, ha disposto il dissequestro di tutti i lotti di terreno a suo tempo confiscati, e su cui erano state edificate una ventina di abitazioni abusive. Era infatti la mattina del 26 marzo 2013 quando, all’incirca 150 uomini in divisa, avevano dato avvio alla maxi operazione anti abusivismo edilizio condotta dagli agenti della polizia locale di viale Fiume con il supporto di polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza.
Nello specifico i militari delle fiamme gialle avevano infatti sbarrato l’accesso a strada Trincerone da via Parma, mentre i carabinieri avevano fatto altrettanto per l’accesso a via De Mori da via Donati. In fondo a quest’ultima via si era invece piazzato il grosso delle pattuglie, per bloccare l’altro accesso a strada Trincerone. Il tutto tra lo stupore generale di molti passanti i quali, visto l’imponente spiegamento di forze – con l’ausilio perfino di unità cinofile – avevano pensato che fosse in corso una gigantesca caccia all’uomo e che tali sbarramenti servissero a evitare la fuga di qualcuno che qualcuno. In realtà i posti di blocco erano stati predisposti per evitare l’ingresso. Dentro l’area interdetta c’erano già gli agenti della locale, con poliziotti e carabinieri, per eseguire una serie di sequestri penali su terreni e stabili abusivi. Non per niente oltre alle forze dell’ordine avevano preso parte anche tecnici comunali, personale di Asl, Arpa e Parco del Mincio. L’area interessata dal blitz era infatti un’area agricola sottoposta a vincoli paesaggistici e rientrante nelle pertinenze del Parco del Mincio. In quest’area però si erano insediate da anni diverse persone che avevano via via costruito abitazioni del tutto abusive. Tra le aree sequestrate ce n’erano due in uso a famiglie di nomadi, ma i sequestri avevano riguardato anche aree e stabili di proprietà di mantovani.
Ma le forze dell’ordine non si erano limitate a mettere i sigilli a campi e abitazioni; avevano anche eseguito perquisizioni domiciliari nonchè sequestrato una corposa documentazione: libretti di depositi, atti di vendita ma anche computer e chiavi Usb poi finiti al vaglio degli inquirenti. L’indagine era scattata un anno prima con i primi sequestri di terreni nella zona del Trincerone tra via Donati e via Parma. Un’area agricola molto vasta i cui terreni, passando di mano in mano e venendo più volte frazionati nel corso di vendite, erano stati trasformati in vere e proprie aree edificabili. Una lottizzazione abusiva in piena regola secondo gli inquirenti. Del resto i residenti avevano dimostrato una grande operosità nel corso degli anni, durante i quali hanno provveduto autonomamente all’urbanizzazione della zona. In pratica le forze dell’ordine, avevano trovato oltre ai campi con roulotte ma con tanto di piscina, anche vere e proprie ville, tutte più o meno abusive. Le verifiche sulle varie posizioni erano apparse fin da subito molto complesse, a partire dai dati catastali fino agli accertamenti fiscali. Sulla vicenda, prima del verdetto della Corte d’Appello, si erano espressi altresì Tar e Consiglio di Stato, dando ragione in ambito amministrativo agli indagati. (loren)