Mangia Mantova ultimo atto, e con la terza sentenza avversa il conto aumenta

MANTOVA – Lo scorso 14 ottobre il giudice civile del tribunale di Mantova ha condannato Mangia Mantova srl alla restituzione dei beni acquistati senza però averli mai pagati alla società Armonia dei Sapori srl, e a pagare circa 18mila euro tra spese legali e ammende per lite e responsabilità aggravata. È questo l’ultimo capitolo della complessa vicenda che prende il via dal fallimento del ristorante aperto in corso Vittorio Emanuele dalla società di  Amedeo Palazzi, fratello del sindaco di Mantova, con  Riccardo Arvati come rappresentante legale. Paradossalmente, secondo alcuni, a fare andare male questa attività sarebbero stati i lavori di riqualificazione del corso commissionati dal Comune di Mantova e quindi dall’amministrazione di  Mattia Palazzi, ma alla luce dei fatti emersi il cantiere e le fioriere sarebbero state il male minore. Al momento della chiusura Mangia Mantova srl aveva chiesto e ottenuto l’ammissione alla liquidazione del patrimonio in base alla legge n. 3 del 2012, meglio nota come legge salva-suicidi. Si tratta di una legge che permette ai debitori in stato di sovraindebitamento, di estinguere i propri passivi tramite procedure di dilazione. Alle calcagna di Mangia Mantova ci sono soprattutto tre creditori: Armonia dei Sapori srl che a suo tempo aveva venduto diversi beni all’attività quali accessori per la cucina e arredi per il ristorante per un valore di circa 35mila euro che non sarebbero mai stati saldati; Borgo Immobiliare srl per l’affitto dei locali in cui aveva sede il ristorante, e infine  Simona Lazzari, barista e dipendente della società che vantava stipendi arretrati per poco meno di 10mila euro. Le due società e l’ex dipendente si sono opposte tramite l’avvocato Cristian Pasolini all’ammissione alla procedura di liquidazione concessa a Mangia Mantova. Di fatto Armonia dei Sapori ha presentato un reclamo nel quale sono intervenute le altre due parti. Il reclamo è stato accolto dal tribunale di Mantova con sentenza del 23 gennaio scorso. Paradossalmente questa sentenza di gennaio vedeva Mangia Mantova condannata a rifondere circa 5700 euro ad Armonia, ma nello stesso dispositivo veniva dichiarato inammissibile l’intervento volontario di Lazzari e Borgo Immobiliare, condannati a rifondere alla società di Palazzi e Arvati 6mila euro di spese di lite. In questo stesso dispositivo però i giudici del collegio disponevano la trasmissione alla Guardia di Finanza della comparsa di intervento volontario Di Borgo Immobiliare e di Lazzari e di una memoria difensiva di Mangia Mantova per dare il via a un accertamento. L’ex dipendente aveva infatti fornito la trascrizione di diversi messaggi  whatsapp tra lei e i suoi datori di lavoro dove sarebbero emersi pagamenti in nero e altre irregolarità a livello fiscale. Che fine abbia fatto questa indagine per ora non è dato sapere (Il segreto istruttorio quando serve c’è); dalla sentenza di gennaio però emerge che i titolari di Mangia Mantova avrebbero taciuto diversi particolari sulla loro situazione finanziaria al fine di essere ammessi a quella procedura di liquidazione pur non avendone i requisiti. Tra quanto sarebbe stato taciuto ci sarebbe che buona parte di quei beni che i soci di Mangia Mantova intendevano liquidare non erano di loro proprietà. Tra questi c’erano quelli di Armonia dei Sapori, acquistati ma mai pagati dal ristorante di corso Vittorio Emanuele (valore approssimativo: circa 35mila euro), che addirittura oltre ad essere oggetto di causa per la restituzione, erano anche sottoposti a sequestro conservativo dal tribunale di Mantova. C’è poi una seconda sentenza sempre del tribunale di Mantova, che riguarda la questione dello sfratto per morosità, al quale la società del ristorante si era opposta dicendo di non essere morosa, e che quello sfratto aveva causato la chiusura dell’attività. Mangia Mantova chiedeva quindi 24mila euro di risarcimento a Borgo Immobiliare; il tribunale però rigettava l’opposizione con sentenza delo scorso 20 luglio. E siamo infine alla serie di paradossi che emergono dietro la sentenza dello scorso 14 ottobre. Ad Armonia dei Sapori viene riconosciuta la restituzione dei propri beni che però nel frattempo sono stati smaltiti dall’ufficiale giudiziario che ha eseguito lo sfratto per morosità (sentenza del 20 luglio 2020) e di cui ha dovuto pagare lo smaltimento. Una decina di giorni fa Simona Lazzari si è rivolta all’Inps per sapere qualcosa degli arretrati che le spettano (circa 10mila euro), e si è sentita dire che deve rifare tutto l’iter perché la società che glieli deve pagare ha cambiato sede legale. Lo stesso vale anche per Borgo Immobiliare, cui Mangia Mantova aveva chiesto 24mila euro di risarcimento facendo opposizione allo sfratto per morosità. Nella sentenza dello scorso 20 luglio veniva riconosciuta la morosità della società condannata a pagare sui 15mila euro all’immobiliare. Tirando le somme, a fronte di circa 300mila euro di debiti già accumulati, le cause avviate e perse da Mangia Mantova hanno aggiunto altri 40mila euro circa al conto finale. Infine dalle scritture contabili di Mangia Mantova srl tra i principali creditori (circa 36mila euro) risulta la società Fachiro Strategic design di Amedeo Palazzi. Il ristorante Mangia Mantova è rimasto aperto poco più di un anno.