Montedison e processo bis, i periti prendono tempo

tribunale brescia

MANTOVA Di rinvio in rinvio si andrà a dopo l’estate per il deposito della perizia dei consulenti incaricati dal tribunale di Brescia per il processo d’appello bis agli ex manager della Montedison accusati a livello colposo delle morti registrate al petrolchimico dal 1970 al 1989. Questi perlomeno i rumours al riguardo dopo la richiesta di una proroga da parte degli stessi periti nei giorni scorsi, il che farebbe dell’udienza prevista per il mese prossimo una semplice formalità per fissare una nuova data non prima di settembre. Lo scorso novembre la procura generale di Brescia aveva chiesto ed ottenuto dal collegio giudicante una revisione delle perizie che già avevano tenuto banco durante il primo grado di giudizio. Il compito dei consulenti è quello di esaminare l’intera documentazione per verificare la sussistenza o meno del cosiddetto effetto accelerante delle sostanze tossiche nell’insorgenza delle patologie che secondo gli inquirenti causarono in poco meno di un ventennio la morte di undici operai su un totale di 73 esaminati. Da analizzare anche la pretesa coincidenza temporale tra esposizioni e successive diagnosi. La Corte di Cassazione ha statuito a suo tempo che le responsabilità circa le morti degli operai non possono essere generalizzate ma collegate ad un nesso fattuale. In sostanza andrebbe indicato con precisione il momento in cui la malattia si sarebbe manifestata e così indicare il dirigente di stabilimento che in quel momento aveva la responsabilità aziendale. Più o meno come cercare un ago in un pagliaio; per questo motivo, con ogni probabilità, i periti hanno chiesto una proroga. E quanto sia difficile trovare questo nesso causale lo dimostra la recente archiviazione dell’inchiesta Montedison bis che atteneva ad altri quattro casi di morte per mesotelioma di altrettanti ex lavoratori. Ad avanzare la richiesta di archiviazione lo scorso gennaio, era stata la stessa procura di Mantova.