Pellegrini dello Zara verso la Giordania

MANTOVA Oltre 80 sono i partecipanti al pellegrinaggio diocesano organizzato dalla Sant’Anselmo Viaggi di Mantova con destinazione la Giordania classica. Dopo la visita nel giorno di sabato degli agli scavi ellenistico-romani di Gadara (Umm Quais), il castello Ajloun costruito dagli arabi in difesa degli attacchi dei crociati, e la cittadina di Jerash , una delle città ellenistico-romane meglio conservate del Medio ; nel giorno di Domenica il gruppo di pellegrini si è diretto sul Monte Nebo, luogo dove, secondo la tradizione sarebbe morto Mosè, li è stata celebrata la Santa Eucarestia domenicale nella nuova basilica inaugurata da poco tempo, realizzata integrando elementi antichi ritrovati nel luogo, come mosaici e capitelli, con architetture contemporanee. Questo Luogo è uno dei più venerati della Giordania poiché una leggenda narra che qui visse e sarebbe sepolto Mosè. Il panorama che dalla sommità è possibile ammirare, nelle giornate di cielo limpido, è stupendo, si può vedere la Valle del Giordano fino al Mar Rosso, ma si possono vedere in lontananza anche i tetti delle case di Gerusalemme e Betlemme . Alla messa celebrata da Don Alberto Formigoni e da Monsignor Polo Gibelli, ha partecipato anche un monaco cresciuto nella comunità spirituale di Don Dossetti, Padre Luca Daolio, che vive proprio in quella zona, ed è originario di Brusatasso di Suzzara. Al termine del rito religioso , il monaco si è intrattenuto davanti alla basilica con i pellegrini mantovani, ai quali ha proposto una sua meditazione sul senso della sua vita mistica e religiosa nel contesto di quel luogo, sito che è stato testimone degli eventi narrati nelle Sacre Scritture. Fino all’arrivo dei mussulmani, quella parte della Giordania era pervasa da un forte fermento di vita cristiana, con chiese sparse un po’ dovunque, mentre nel tempo attuale, la religione cristiana è in fortissima minoranza. Padre Luca Daolio vive con alcuni confratelli e consorelle in un piccolo monastero cristiano a pochi chilometri dal Monte Nebo. Il gruppo mantovano si è poi soffermato presso l’ulivo piantato nel giardino adiacente la basilica, albero piantato da Giovanni Paolo II durante la sua visita apostolica del 2000. Il pellegrinaggio è poi proseguito verso la città nabatea di Petra, e successivamente, con un percorso nel Deserto del Wuadi Rum.