Segnali di pentimento dalle due 13enni interrogate

MANTOVA Sono state sentite ieri per un paio d’ore dal Pm della procura dei Minori di Brescia. Su quello che hanno detto c’è il più stretto riserbo, compreso il movente della loro azione. Stando a quello che è trapelato si sarebbero dette pentite di quello che avrebbero fatto alla loro compagna di scuola e vorrebbero in qualche modo chiederle scusa se non perdono. Si è tenuto ieri a Brescia il primo interrogatorio delle due 13enni che sabato scorso hanno teso un agguato a una loro coetanea nei giardini di Castelbelforte. La procura presso il tribunale dei Minori ha aperto un fascicolo d’indagine nei loro confronti per l’ipotesi di reato di tentato omicidio. Il fatto che le due indagate non siano imputabili perché di età inferiore ai 14 anni non preclude la possibilità di aprire un’indagine alla magistratura competente. Probabile che una volta terminato l’iter il relativo fascicolo venga chiuso con un non doversi procedere per la non imputabilità delle due ragazzine che vi sono state iscritte. Queste però, anche se non perseguibili penalmente sono comunque suscettibili di misure restrittive come il loro invio in una comunità o in un centro protetto per il recupero di minorenni. Una decisione al riguardo è attesa a breve da parte dell’autorità giudiziaria competente. Per questo motivo le famiglie delle due 13enni si sono rivolte a due avvocati, Daniele Delaini e Federica Brutti, che hanno assistito le due ragazzine ieri durante gli interrogatori. Gli stessi legali fra l’altro potrebbero essere chiamati ad assistere le famiglie delle due 13enni in caso di una eventuale causa civile su questa vicenda. Non risulta invece che sia stata ancora sentita la vittima dell’aggressione, che si trova ancora ricoverata all’ospedale Borgo Trento di Verona dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico. Dietro a tutto quello che è per certi versi fredda cronaca giudiziaria ci sono tre famiglie che stanno vivendo un autentico dramma, così come le giovanissime coinvolte, adolescenti poco più che bambine. Le due ragazzine sentite ieri a Brescia avrebbero manifestato segnali di pentimento per il loro gesto e sarebbe emersa anche la volontà di chiedere scusa se non perdono alla loro coetanea. Di tempo per fare questo e altro ne hanno tantissimo.